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Godard torna al cinema con "Bande à part"

Dal 12 febbraio arriva al cinema in edizione restaurata, grazie a Movies Inspired, "Bande à part" di Jean-Luc Godard. Arthur (Claude Brosseur) e Franz (Sami Frey), due giovani irrequieti che vivono di espedienti, progettano una rapina nella villa dove lavora come donna di servizio Odile (Anna Karina), conosciuta fra i banchi di un'aula a un corso di lingua inglese. L'ingenua ragazza ha fatto l'errore di rivelare ai due che l'affittuario di sua zia Victoria, proprietaria della bella casa nelle campagne parigine, nasconde in soffitta una grande somma di denaro. Per andare a colpo sicuro però Arthur e Franz devono convincere Odile a prendere parte alla rapina e così, in apparente competizione l'uno con l'altro, iniziano a sedurla. Riusciranno i tre protagonisti di questo godardiano ménage à trois a portare a segno un'impresa che potrebbe cambiare le loro vite per sempre?
"Il cinema è la vita senza parti noiose" raccontava Alfred Hitchock nella celebre intervista rilasciata all'altro padre della cinematografia francese, Françoise Truffaut. È il 1964 quando Godard con "Bande à Bande1part", confuta idealmente l'affermazione del cineasta britannico. La rapina in villa è infatti solo un pretesto per condurre una riflessione sui momenti apparentemente piatti e banali della quotidianità, sulla vita e il suo inesorabile e talvolta insensato trascorrere. Dopo la grande produzione internazionale "Il disprezzo", il cineasta francese realizza un'operazione diametralmente opposta, girando in breve tempo con un budget risicato ispirandosi allo stile dei b-movies americani. L'esito di questa operazione è in apparenza una commedia leggera che segue le vicende di tre giovani intenti a faire band à part, in italiano "fare comunella", con la superficialità tipica della loro età, ma in realtà l'opera è sostenuta da un esistenzialismo sotteso di malinconia. Le sequenze spiazzanti e gli stacchi netti del montaggio segnano delle tappe fondamentali nel percorso di ricerca e sperimentazione del cineasta francese sul linguaggio cinematografico. Questo restauro è un'ottima occasione per riscoprire uno dei capolavori della Nouvelle Vague che tanto ha influenzato molti autori contemporanei. Quentin Tarantino, per esempio, non solo omaggiò il film fondando, insieme a un gruppo di acclamati registi, la casa di produzione "A Band Apart", ma proprio dal film trasse spunto per una delle scene più famose di "Pulp Fiction", il celebre twist di Uma Thurman e John Travolta sulle note di "You can never can tell", di Chuck Berry. E se i cinefili più accaniti si divertiranno a scorgere le citazioni disseminate da Godard all'interno della pellicola, i neofiti della settima arte avranno l'opportunità di apprezzare per la prima volta alcune delle scene più sedimentate nell'immaginario cinematografico collettivo, come la corsa sfrenata di Arthur, Odile e Franz fra i corridoi del Museo del Louvre di Parigi, ripresa e omaggiata quasi quarant'anni dopo da Bernardo Bertolucci in "The Dreamers - I sognatori".

Luisa Djabali 06/02/2018

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