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12° Festa del Cinema di Roma, “Borg McEnroe” vince il Premio del Pubblico BNL

È “Borg McEnroe” di Janus Metz a vincere il Premio del Pubblico BNL nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2017. Un film che non si limita alla narrazione di una forte rivalità sportiva, bensì esplora la psicologia di due uomini profondamente diversi dentro e fuori dal campo da tennis: Bjorn Borg e John McEnroe.
Nella conferenza stampa di presentazione Janus Metz ha dichiarato: “Per me questo film non poteva essere solo sul tennis. Quando mi è stato presentato il copione, ho pensato che dovevo cercare di capire perché gli esseri umani sono pronti a spingersi così oltre. La storia di Borg e McEnroe ci dice molto su chi siamo e sulla nostra cultura. Vincere per loro era un’esigenza, un reale bisogno. Entrambi i giocatori rappresentavano perfettamente la loro società di appartenenza, Borg era il simbolo di un Paese come la Svezia in cui per avere dei risultati dovevi uniformarti agli altri e rispettare le regole, mentre McEnroe era la metafora degli Stati Uniti in cui il successo era basato sull’individualismo.” borg02
A proposito della preparazione degli attori, Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf, Metz ha affermato: “Abbiamo voluto ricreare lo scontro finale di Wimbledon come fosse una danza. Sia Sverrir che Shia si sono allenati per sei mesi al fianco di professionisti, inoltre mentre giravamo, tutti e due avevano una propria controfigura. Oggi, grazie alle innovazioni tecnologiche, abbiamo avuto la possibilità di realizzare una sequenza sportiva piuttosto fedele all’originale.”
Nullo il contributo di McEnroe, il regista svedese ha provato a coinvolgerlo nel progetto, ma la sua risposta non è stata positiva, al contrario di Borg che ha addirittura proposto il figlio Leo per la parte di se stesso da giovanissimo: “Leo in fase di casting è stato pazzesco, era evidente la sua naturale conoscenza del padre e del suo vissuto, era autentico. Pur avendo il figlio sul set, Borg non ha mai cercato di controllare il nostro lavoro, è stato molto aperto e coraggioso. Quando gli abbiamo mostrato alcune sequenze, è stato subito soddisfatto.”
Anche Mariana Simionescu, fidanzata a quei tempi con Borg, ha dato utili spunti per la sceneggiatura: “Quando si parla del passato, si deve fare un lavoro di ricerca storica, ognuno ha la sua storia da raccontare e noi dovevamo mettere insieme tutti i pezzi.”
Riguardo alla travagliata adolescenza di entrambi, Metz conferma: “È proprio così che era Borg da ragazzino, ce l’ha confermato lui stesso, non era in grado di controllare le emozioni. Era insicuro, diverso dai suoi compagni e dotato di una sorta di sensibilità esistenziale. Alcune persone hanno la pelle meno spessa degli altri. Proprio queste sue caratteristiche lo rendevano eccellente, d’altronde devi essere pronto a guardare nel vuoto per essere così bravo. Quel comportamento compulsivo, quasi rituale che aveva prima di ogni partita era la conseguenza di aver imparato a racchiudere tutto dentro di sé e aver vissuto all’insegna di un’estrema disciplina. McEnroe invece dava voce alla sua rabbia e sapeva sfruttarla sul campo in maniera costruttiva.”

Sara Risini 06/11/17

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