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Claudio Bisio nel primo incontro del TaorminaFilmFest

Claudio Bisio apre gli incontri del Festival nella sezione Campus. A rompere il ghiaccio una clip di “Manuale d’amore 2 (capitoli successivi)” il video più cliccato su youtube con il cast dei veterani: Verdone, Bellucci, Scamarcio, Volo, Rubini, Albanese e Bisio nei panni di speaker radiofonico esperto d’amore. L’attore milanese (d’adozione) è un’esplosione di comicità e questo gli deriva dalla formazione teatrale al Piccolo Teatro di Milano (come ricorda Franco Montini durante l’intervista) da cui si è dovuto distaccare un po’ appena arrivato sul grande schermo: “I nostri bei Pirandello, Shakespeare, Brecht, ho cercato di dimenticarli per fare cinema; ho dovuto disimparare tutto quello che avevo imparato alla scuola del Piccolo” dice, confessandone comunque l’importanza latente. Continua “Il cinema, e anche un certo tipo di teatro, è bello perché ci permette di dimenticarci tutte le accademicità”. Le prime esperienze cinematografiche con Salvatores da “Sogno di una notte d’estate” a “Kamikazen. Ultima notte a Milano” sono state fondamentali per Bisio che pensa al regista come il biglietto da visita suo e di un’intera generazione d’attori: “Salvatores negli anni ’80 ci ha traghettati nel cinema”.
D’altronde “Sorrentino e Garrone sono figli di quella rivoluzione” afferma. Questa nostalgia della “grande macchina del cinema” rimanda poi inevitabilmente a Rosi, Monicelli e Risi, grandi autori con cui ha avuto l’onore di lavorare: “Ricordo che per ‘La tregua’ abbiamo girato sei mesi faticosi in Ucraina e quello era un cinema che oggi non si fa più. Allora, in epoca pre-digitale, con i pochi strumenti tecnici a disposizione si faceva il film e neanche il regista aveva idea di come risultasse la scena finché non finiva la settimana e arrivava il corriere”. “Il capo era il direttore della fotografia” rende omaggio a Pasqualino De Santis venuto a mancare proprio durante il set di quel film. T
ra i lavori più soddisfacenti cita “Amore bugie e calcetto” di Luca Lucini, “un film delizioso”, e “Si può fare” di Giulio Manfredonia di cui dice “Il film più bello che ho fatto”. Ma la fama, lo sappiamo tutti, è arrivata con il dittico Nord-Sud di Luca Miniero: “Benvenuti al Sud mi ha reso veramente popolare. Alberto, il milanese doc, era un Paperino a cui ne succedevano di tutti i colori, ed era simpatico. Questa è la chiave del suo successo” sorride “E la gente mi riconosce per quello nonostante abbia fatto altri sei film dopo”.
Un Claudio Bisio insospettabilmente prigioniero di quel successo: “Ho fatto Benvenuti al Nord da contratto, ma ho provato a fare un percorso tortuoso cambiando genere più volte”. Il film flop per eccellenza invece, confessa, fu nel ’99 “Asini” prima parte da protagonista assoluto e una sua sceneggiatura: “Ma è uno dei quei film che, come il vino buono, diventano cult. Noi eravamo stati troppo anticipatori a parlare di rugby”. Tra teatro, cinema e televisione Bisio dimostra una professionalità a 360 gradi, e si cimenta anche nel doppiaggio e nella motion-captur nel film “Evolution Man”, con Papaleo e Gassman, presto in sala. Di questa poliedricità dice “Quello che mi spinge a fare tutto non è tanto la bulimia quanto la curiosità” confermata anche nella sua attività di scrittore con quattro libri alle spalle. Alla sperimentazione tuttavia Bisio pone un limite: “Ci tengo molto che il mio pubblico mi segua e devo seguire io le sue indicazioni”. Il sogno nel cassetto è fare un film impegnato ma dice “La commedia è una cosa seria. Io ambirei a mescolare i generi e anche gli attori. Penso a una commedia con protagonista Elio Germano” reduce dai David come migliore attore protagonista per il più serio “Il giovane favoloso”.
Del futuro dice: “Mi piacerebbe lavorare con Luchetti” e lancia sorridente uno scoop: “Io e Gabriele (Salvatores) abbiamo progetti futuri insieme”. Saluta il pubblico calorosamente e non perde l’occasione per scherzare “Signori e Signore Rosario Dawson!” prossima ospite del Campus.

Silvia Maiuri 15/06/2015