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“Ciack, si gira!! Le commedie prossime venture”: registi, attori e sceneggiatori si confrontano sul futuro della commedia al “Sabaudia film fest”

Modera Franco Montini. Ospiti: Francesco Bruni, Paolo Genovese, Lunetta Savino, Maria Sole Tognazzi, Ricky Tognazzi, Simona Izzo.

Si è tenuto nell’ambito del “Sabaudia film fest” il dibattito “Ciack, si gira!! Le commedie prossime venture”, durante il quale gli ospiti Francesco Bruni, Paolo Genovese, Simona Izzo, Maria Sole Tognazzi, Ricky Tognazzi e Lunetta Savino  si sono confrontati con il critico Franco Montini parlando del futuro e dei cambiamenti della commedia all’italiana. La commedia è attualmente il monogenere del cinema italiano, in quanto gran parte della produzione si concentra su questo genere, ma all’interno della commedia si possono distinguere vari ambiti. È  un genere variegato , può essere seria con accenti drammatici fino a rivelarsi farsesca. È necessario quindi  fare una distinzione tra comico e commedia , e come afferma Genovese,  la differenza risiede in ciò che ricerca lo spettatore: nel primo caso vuole solo divertirsi ,nel secondo c’è pathos,  si identifica con i personaggi e  si emoziona con loro.
Oggi la commedia è sempre più lieve ed evanescente e trova difficoltà a raccontare il paese come accadeva nei tempi d’oro del cinema italiano. Maria Sole Tognazzi, anticipando il suo prossimo film in uscita ad ottobre, “Io e lei”, con Margherita Buy e Sabrina Ferilli, afferma di prestare molta attenzione alla società: “ Ho cercato di raccontare figure femminili che mancavano nel panorama italiano, in cui domina un cinema maschilista, e nel quale le donne spesso vengono messe da parte. Parlo di donne non stereotipate, ma di donne che cercano la loro libertà, che provano ad essere felici. Si possono affrontare  i problemi del paese  con le commedie, anche se si raccontano storie personali.”
Ciò che manca attualmente è quel graffio della vecchia commedia all’italiana, perché  è difficile scrivere una commedia, servono bravi autori che la rendano più cattiva. A questa affermazione di Montini risponde Genovese, il quale spiega che la nostra generazione è poco cattiva perché siamo diversi e migliori di un tempo. Siamo una generazione meno crudele e raccontiamo storie più ironiche che cattive. Prima la visione cinica era tipica della società, ora non più. E così parlando anticipa che il suo prossimo film sarà un film cattivo, una storia attuale con epilogo drammatico. Si chiamerà “Perfetti sconosciuti” e sarà un  film sulla vita segreta delle persone, poiché ognuno di noi ha una vita segreta, a prescindere da chi siamo e cosa facciamo. Il cinismo di quella generazione quindi era uno strumento culturale eversivo per quegli anni, oggi invece l’ indifferenza è la cifra della nostra società.
Il criterio con il quale ci si approccia alla commedia è quello della verosimiglianza, si rifiuta tutto ciò che è poco credibile, e se un tempo le commedie erano mattatoriali e  affidate massimo a due protagonisti, ora sono corali, anche se il cinema si rivolge sempre agli stessi attori. Secondo Lunetta Savino c’è difficolta a scardinare un piccolo star sistem, c’è una sorta di pigrizia nel far avvicinare attori che non hanno mai recitato insieme.  Il senso più profondo di questo genere, come dice Simona Izzo, andrebbe forse ricercato nelle parole di Scarpelli, il quale affermò-“ Scrivi una commedia come fosse una tragedia, perché la vita è tragica anche quando non ci sono eventi drammatici”. La vita ha una sua tragicità e la commedia italiana dovrebbe rappresentarla, mentre si sta sempre più americanizzando.  La commedia all’italiana era infatti una commedia di critica che denunciava i vizi della società. Nel corso del dibattito è emerso che i difetti maggiori riguardano soprattutto la scrittura della commedia, in quanto gli sceneggiatori spesso passano alla regia e iniziano a scrivere solo per se stessi. Bisogna riscoprire invece la centralità della storia e non della tecnica, poiché  di storie buone e belle da raccontare ce ne sono poche. Simona  Izzo riconosce la causa di ciò nella mancanza di comunicazione:” Ci vediamo solo nei festival, non ci riuniamo più come facevano Fellini, Age, Scarpelli, e questo fa sì che il cinema attuale sia molto personalizzato. Bisognerebbe confrontarsi di più e avere un’ urgenza di raccontare una storia.”
Nel corso della discussione ci si è interrogati anche sul rapporto tra commedia cinematografica e commedia televisiva, riscontrando che  la serialità americana ha stravolto questa struttura, in quanto la serie permette un forte  approfondimento psicologico dei personaggi  e in più la commedia in tv è arrivata tardi perché non le si dava fiducia.
Il senso più profondo di questo dibattito, che ha permesso di confrontare la commedia all’italiana di ieri e quella di oggi, si più riscontrare nelle parole finali di Simona Izzo, la quale, citando Age e il suo  “Guardiano del faro” , afferma che  tutti vedono il faro, ossia il  film, e nessuno il guardiano, cioè lo sceneggiatore, quindi per migliorare, o meglio rafforzare questo genere è necessario riportare al centro dell’attenzione la sceneggiatura, perché d’altronde come diceva Zavattini, bevendo il cappuccino non si può dire se sia più buono il caffè (l’autore) o il latte (il regista). Entrambi sono una cosa sola: questo è il cinema.
 
Maresa Palmacci 19/07/2015

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