Di: Luca Alessandro, Allegra Bernardoni, Domiziano Cristopharo, Federico Greco
Con: Regina Orioli, Patrizio Cigliano, Antonio Canella, Giorgio Sannicandro, Francesca Antonucci, Marco Di Stefano, Federico Greco, Elio Mancuso, Aurora Kostova, Wayne Abbruscato, Alvia Reale, Alessio Cherubini, Daniele Della Sala, Giò Di Colore.
Sceneggiatura: Luca Alessandro, Allegra Bernardoni, Domiziano Cristopharo, Federico Greco, Antonio Tentori
Montaggio: Federico Greco, Domiziano Cristopharo, Alessandro Giordani
Fotografia: Federico Greco, Domiziano Cristopharo, Gabrio Contino
Effetti Speciali: Roberto Papi, Lucia Pittalis, Davide Chiesa, Athanasius Pernath
Musiche: Paolo Baglio, Gabriele Caputo, Antonio Genovino, Antony Coia
Produzione: Cineteatro, Enchanted Architect, Logical Art
Anno di realizzazione: 2015
Durata: 81’
Nazionalità: Italia
Tre macro-episodi (in realtà cinque effettivi) per questo film che si rifà appieno ai cliché splatter del repertorio horror/fantasy. Si parte dal Giorno Zero, “Day #0”, diretto da Luca Alessandro e Allegra Bernardoni, incipit ambientato dentro il bagno di un locale con un uomo e una donna su di giri che amoreggiano. Qui avviene l’antefatto e motore di tutto: il contagio. "Day #1" e "Day #2" proseguono in modo quasi scanzonato la storia che vede i tre impiegati di un’agenzia di pompe funebri romana, il proprietario, l’autista e il truccatore delle salme, far fronte all’esplosione improvvisa di quello stesso virus causato da una partita di cocaina tagliata male. Oltre all’improbabilità della storia che comunque, in quanto appartenente al genere fantastico, viene in parte perdonata, sono certi passaggi a destare incomprensione così come l’interpretazione grossolanamente manieristica degli attori i quali passano da uno stato d’animo all’altro in modo troppo repentino e inverosimile. Il proprietario al telefono con un non precisato uomo dai loschi traffici che lo minaccia (anche questo intrigo non viene esplicitato) è inizialmente tranquillo, poi dalla calma muove in una sola battuta verso la rabbia più fisica, scaraventando per terra gli oggetti che trova nella stanza.
"Day #1466": sono passati quattro da anni e la pandemia ha già devastato gran parte della popolazione mondiale. Lo spettatore viene così catapultato nella contingente situazione di tre persone in fuga su di un furgone da zombie vaganti per alcune strade di campagna. Si tratta di un militare americano, di una donna incinta e della madre di questa. I morti viventi sono invece la gente contagiata dall’epidemia, cosa che fra l’altro accade alla stessa mamma della ragazza gravida, quasi subito rapita da uno di quei corpi erranti. La giovane trova invece riparo assieme all’uomo in un casale diroccato ove partorisce un figlio già zombie. Ed è allora che il soldato comprende di non avere più alcuna possibilità di sopravvivere, perciò, rinchiuso in quel luogo già assediato dai cadaveri ambulanti, sceglie la morte conficcandosi un coltello in testa. Tale capitolo è diretto da Domiziano Cristopharo. Qui le venature (ir)realiste crescono rispetto all’episodio precedente ma la concitazione dei personaggi, in particolare della donna in procinto di partorire, continua ad apparire poco veritiera.
Il film termina così con “Day #2333”, per la regia di Federico Greco, in un’esplosione splatter sotto ogni aspetto, e questo è chiaro: gli zombie hanno ormai preso il sopravvento sugli umani tanto che la lingua che il pubblico si deve abituare a sentire, sottotitolata, è proprio la loro, fatta di versi e mugugni. Interiora divorate, scene di combattimento fra i membri delle due fazioni, i sani e i contagiati, un antidoto al virus che pare essere l’unica salvezza per i primi, pare; il tutto su uno sfondo tetro, senza più luce, ove gli antichi cadaveri romeriani dell'episodio precedente (da George Romero, per intendere corpi che vagano in modo lento, goffo) si sono evoluti in mostri abili e veloci. “E.N.D.”, acronimo del principio chimico della cocaina, come spiega uno dei registi in sala, è un film dai tratti amatoriali che in ogni caso rappresenta quella futuristica involuzione della società umana caduta nei suoi stessi vizi.
Nicolò Vignati 29/06/2015