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"Art and Soul", alla Casa del Jazz di Roma le parole al servizio della musica

Il giovedì la Casa del Jazz di Roma si veste di Art and Soul, una serie di appuntamenti per raccontare la musica curati da Alberto Castelli, che si fa voce guida di un percorso in cui biografia e discografia di musicisti indimenticabili si mescolano e si palesano al pubblico allo scopo di ricordare, divulgare e godere di preziose eredità artistiche.

È il caso di “Mr. Big O - Il soul di Otis Redding”, appuntamento dedicato ad uno fra i più grandi cantanti soul di tutti i tempi, andato in scena giovedì 21 febbraio grazie alla collaborazione di Castelli con un trio d’eccezione: Luca Sapio (voce), Valerio Guaraldi (chitarra) e il giovanissimo Mr. DMC (soul selecter). Dall’infanzia a Macon, in Georgia, alle sofferenze di una vita vissuta ai tempi dell’apartheid, passando per le influenze gospel e la dura gavetta, la vita di Otis Redding è stata raccontata sapientemente, e in modo apertamente poetico, grazie al talento di Alberto Castelli, che alle parole mescola l’amore per la musica e una spiccata impronta di scrittura radiofonica.

Ma in un contesto di omaggio ad un mostro sacro della musica va tenuto conto del fatto che la musica sia essa stessa racconto; non può esser dimenticato che il miglior modo per narrare la storia di chi ha stregato il mondo con voce, testi e melodie divenute a dir poco epiche, sia affidare quel racconto alla sua stessa produzione. I picchi di emozione della serata, infatti, sono tutti concentrati in quei pochi momenti in cui la chitarra del bravissimo Guaraldi accompagna la voce potente e graffiante di Sapio, un talento tanto grande da arrivare direttamente al pubblico con potenza e coinvolgente emotività. La scelta di costringere musicisti di una tale caratura in un format che dimentica parte dei pezzi più belli di Otis Redding (relegati a mere citazioni), dando spazio soltanto a tre tra le numerose canzoni indimenticabili, lascia lo spettatore interdetto e deluso. Gli animi in sala scalpitano in modo palpabile per poter aver accesso all’ascolto della voce di Sapio, si aspettano di assistere ad un racconto musicale e vengono lasciati con l’amaro in bocca da una portata principale, fatta sì di belle parole, ma che lascia alle note il ruolo marginale di contorno.

 

(Biagio Chianese)

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