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“Young adult”, un invito alla riflessione

Mavis Gary (Charlize Theron), trentasettenne ghostwriter di romanzi per adolescenti, ritorna nella piccola città natale per riconquistare il suo ex fidanzato Buddy (Patrick Wilson), ora felicemente sposato e con una figlia appena nata. Durante il complicato tentativo, la donna ritrova Matt Freehauf (Patton Oswalt), un ex compagno del liceo, con il quale stringerà un legame particolare. Presentato al Festival di Berlino, Young Adult è il quarto lungometraggio del canadese Jason Reitman (Thank you for smoking), il secondo in collaborazione con Diablo Cody (Oscar alla migliore sceneggiatura originale), dopo lo splendido Juno.

Il connubio tra i due funziona ancora una volta: da una parte il regista continua a perseguire quella poetica d’intensa riflessione sulla vita che conduce i suoi lavori a picchi di maturità sempre maggiore; dall’altra la sceneggiatura frizzante smonta e rovescia, senza troppe remore, i cliché del cinema hollywoodiano. Il loro lavoro, poi, è coadiuvato dall’ottima prova interpretativa di Charlize Theron, mai così convincente dai tempi di Monster, grazie ad un personaggio estremamente originale e altrettanto complesso. La fotografia di Eric Steelberg (Amore a Mille…Miglia) fornisce un’ulteriore chiave di lettura: il continuo ricorso a colori freddi, quasi invisibili, oltre a sottolineare il disagio spirituale della protagonista, mette in luce il suo tentativo di proteggersi dal mondo esterno attraverso uno stile indefinito e cangiante, a seconda delle situazioni.

Young Adult è una commedia amara e beffarda che predilige il pensiero alla risata. La vera storia del film non è quella superficiale tra i due ex, ma quella che s’instaura tra Mavis e Matt, entrambi legati a ricordi del passato, entrambi caratterizzati dal futuro incerto. E finiranno col nutrirsi l’uno della solitudine dell’altro. Il finale inaspettato, poi, lascia un senso di vuoto che va colmato con la riflessione.

 

(Francesco Casale) 

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