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"Anime sorelle" ricordando l''Unità d''Italia

Sul palcoscenico cumuli di macerie. Distruzione, miseria, solitudine. Tre donne ci raccontano la guerra, quella fatta dai loro uomini, rispettati, attesi, amati. Sono esseri umani che si confessano, anime che cercano di spiegare il proprio dolore.

"Anime sorelle" è una pièce delicata, intensa e poetica di Gianni Guardigli e ora diretta da Toni Bertorelli.

Un’opera per ricordare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Un desiderio di confrontarsi con uno dei momenti più significativi e rappresentativi della storia italiana analizzandolo attraverso un sentire tutto femminile. Maria (Michela Martini), una lavandaia veneta, Leandra (Loredana Martinez), la cameriera di Cavour e Anita Garibaldi (Barbara Chiesa).

Una madre, una serva, un’amante. Tre monologhi, tre modi di comunicare la sofferenza, fil rouge che lega queste esistenze apparentemente staccate.

Emergono come delle sopravvissute dalle macerie, ripercorrono la propria storia, rivolgono il proprio dolore a pezzi di pietra, fredda e dura, che appaiono corpi spezzati dall’orrore della guerra.

Ognuna di loro dà voce, rappresenta una parte del popolo italiano di quegli anni. Maria è simbolo dei vinti, di tutti coloro schiacciati dalla storia, che tentano di comprenderla per dare una ragione al proprio dolore. Sono coloro che la guerra la subiscono.

Leandra, la cameriera di Cavour, che s’illude di capire i passaggi, le motivazioni, le ragioni del progetto di unità italiana, solo perché a contatto con "i potenti".

Infine Anita, eroina, mito, di cui si esplora la potente umanità evidenziando l’amore e la passione per Garibaldi e per la "causa".

Personalità diverse e per questo voci diverse.

La voce della "vinta" è scarna, essenziale, la cameriera, tentando un "salto di qualità" parla un italiano grottesco infiocchettato dai toni della commedia, Anita si esprime con il linguaggio del "melodramma", il linguaggio alto degli eroi.

Un’interpretazione commovente, dove si nota il profondo lavoro d’immedesimazione fatto dalle tre attrici, in cui la musica interviene delicatamente a sottolineare le pene e le tribolazioni delle protagoniste.

 

(Chiara Bartoletti)

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