"A ruota libera". La banalità che andrebbe tenuta a freno
Un uomo, vittima di un incidente, ancora frastornato e stordito da una leggera amnesia, ripercorre - interrogato da un medico - la storia della sua vita, delineandone le tappe principali in un insolito calendario scandito da donne e motori. Al triciclo e alla mamma succede la prima bici e la sorella, segue il motorino con le prime conquiste, su su fino alla prima auto.
Correva l’anno…
I personaggi della memoria si concretizzano sulla scena.
L’idea alla base dello spettacolo di e con Michele La Ginestra potrebbe apparire interessante.
"A ruota libera" di luoghi comuni, di mediocrità, di battute scontate e volgari, il risultato. Questo il titolo appropriato per uno spettacolo intessuto di caricature di bassa qualità, ammiccamenti allo stereotipo dell’italiano medio, impacciato e latin lover, gigione e mammone.
Il romanaccio in scena, una delle tante figlie di Er Monnezza, la stucchevole apoteosi della commozione con il ricordo della morte di Ayrton Senna.
Non vi è nessuna bellezza in questo spettacolo, in cui il protagonista, con continue smorfie facciali e centro del corpo spostato nel bacino, strappa risate facili al pubblico.
È possibile il riso intelligente. Lo ha insegnato la mirabile storia della commedia.
È possibile portare in scena lo stereotipo dell’italiano medio. Sordi, al quale La Ginestra strizza l’occhio, lo ha fatto con immortale intelligenza.
Si fa, sulla scena, l’impietoso e ahimè realistico ritratto del nostro tempo.
Consigliato agli antropologi.
(Caterina Martucci)
Libro della settimana
-
Ayn Rand: torna nelle librerie lo storico pamphlet che ci spiega perché amare il capitalismo
Capitalismo è libertà? Secondo Ayn Rand, la risposta è un convintissimo sì, argomentato con una “collezione di saggi” – per usare la definizione della scrittrice…