"Antonio e Cleopatra alle corse" , tra buio e humor

Un lui, una lei, in una scena dove il buio è rotto ad intermittenza dalla flebile fiammella di alcune candele e dalle radiazioni provenienti da quattro display ai lati del boccascena. La tecnologia dei monitor stride con quel che resta di un arredamento sobrio e austero sottolineato dall'ampia vestaglia della donna che contrasta, ancora una volta, con un paio di occhiali da sole sul volto pallido. Lei, affetta da una rara allergia alla luce del sole, alterna brevi momenti di lucidità a nevrotici sprofondamenti nell'abisso più scuro, attiva nelle sue spinte autolesioniste; lui, bonario e fedele al limite della devozione, attivo nella mente, vispo nell'intuito e nell'immaginazione, osserva gli altri da spettatore e, ogni tanto, da attore si cala in quelle "parti" che la vita dovrebbe concedergli di diritto. Due persone, diverse eppure così uguali, accomunate dalla "droga" delle scommesse ippiche. I commenti, i risultati, le previsioni insieme alle immagini delle corse che costituiscono un basso continuo, fanno da intercalare ai dialoghi ora drammatici, ora scanzonati, ora ironici, ora commoventi, tra i due protagonisti. Una tragicommedia tra luci e ombre, tra ciò che appare manifesto e ciò che corrode dentro, con un testo, vincitore del Premio Speciale della Giuria Riccione 2007, che si articola per campi semantici oppositivi donna/uomo, buio/luce, dentro/fuori, sconfitta/vittoria. Nel mezzo i due protagonisti e la loro storia d'amore che somiglia sempre più ad un gioco a due, a volte spietato, crudele, estenuante, altre passionale e avvincente. Una prova recitativa di grande impatto per Anna Maria Gualtieri e Luciano Virgilio che nell'alternanza dei registri esaltano la delicatezza e la fragilità dei due personaggi, perfetti nel disegnare due profili esattamente complementari che anelano, malgrado tutto, ad una possibile via di salvezza.

(Antonella Carone)