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Il Novecento di Baricco è un intenso Corrado d''Elia

Al Teatro Libero di Milano di buone storie da raccontare ce ne sono, in special modo quando a raccontarle è il sempre brillante Corrado d'Elia, eccellente cantastorie che ancora una volta è all'altezza del personaggio che si è ritagliato, prendendo il pubblico per mano e affascinandolo lungo l'ora e mezza del monologo Novecento di Alessandro Baricco. Splendido testo  puntualmente rispettato. Ineccepibile l'interpretazione di d'Elia che come sovente, oltre ad essere interprete è anche regista. Dopo Locanda Almayer, con Novecento prosegue l'idillio tra il Libero e Baricco che sembra essere da stimolo per i giovani della più matura Compagnia Teatri Possibili. Novecento è sicuramente una buona storia da condividere, forse una delle migliori. A metà tra sogno e realtà,  è la storia incredibile, irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere. La dimensione è quella di un ricordo intenso, come quello delle grandi leggende che parlano di un tempo perduto, quello dei "c'era una volta...". L'atmosfera è quella dei magnifici Anni Venti, ai più conosciuta come l'età dell'oro del jazz, quando parole e musica erano capaci di fondersi in un unico accordo. Il luogo è una nave che fa da spola dall'Europa agli Stati Uniti, racchiudendo in sé le più svariate storie del mondo. E' come se mille microcosmi convivessero nella pancia di un'unica grande balena, depositaria della memoria. Novecento è per questo una mitica  e struggente favola da raccontare ai posteri.

Corrado d'Elia racconta Novecento con la sobrietà di un sogno, non si muove, semplicemente aleggia in scena, ora suscitando il riso ora commuovendo, sempre attento ma non con morbosità, ad ogni gesto, ad ogni parola. Indubbiamente una gran bella prova d'attore, anche se del suo repertorio rimane sempre unica la splendida interpretazione nel Caligola. Novecento di d'Elia è la conferma di come nelle produzioni delle compagnie teatrali "minori", non naturalmente per importanza, si trovi tanto "materiale" attoriale da scoprire e sul quale varrebbe la pena investire.  Assolutamente da vedere. 

 

(Adele Labbate)

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