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Intervista a Michela Andreozzi, vulcanica attrice, sempre alla ricerca di nuovi progetti e nuove sfide

Michela Andreozzi è un’attrice dalla forte personalità, brillante e vulcanica; è riuscita a sviluppare un suo personale percorso artistico tra cinema, televisione, teatro e radio, trovando sempre il linguaggio adatto a ogni forma artistica arrivando al pubblico in maniera diretta e coinvolgente.Dopo una Laura in Lettere e Filosofia e un Diploma in sceneggiatura tv alla scuola Holden di Torino, comincia a lavorare in televisione alla fine degli anni Ottanta nel programma ”Domenica In” diretto da Gianni Boncompagni come autrice mostrando subito questa sua attenzione ai testi e alle parole, caratteristica che ha segnato il suo percorso artistico. Per alcuni anni ha formato un duo comico con Francesca Zanni, Gretel e Gretel, fino al 2002. Da quel momento Michela prosegue la sua carriera artistica da sola e si divide tra televisione, cinema, radio e teatro scegliendo sempre progetti che le hanno permesso di puntare sulla forza della comunicazione verbale senza dimenticare la forza del sorriso e di quell’ironia che aiuta a riflettere. In questi giorni sei al cinema con una deliziosa commedia “Stai lontana da me": questo film propone accanto alla storia principale tante storie collaterali importanti per sostenere la vicenda principale; una di questa, che apre e chiude il film, ti vede protagonista insieme a Massimiliano Vado. Che esperienza è stata? "Mi sono divertita tantissimo; non mi ero mai sposata in chiesa quindi ho vissuto per la prima volta tutta l’atmosfera di un matrimonio tradizionale con un divertente Sergio Zecca nel ruolo del prete. La scena iniziale è esilarante, con lo sposo che, proprio nel momento più importante della cerimonia, sbaglia il mio nome. È stata un’esperienza divertentissima e sono contenta che il film sia stato molto ben accolto dal pubblico, dato che dopo il primo fine settimana è secondo dopo la pellicola di Zalone. Ho lavorato con degli amici, Ambra la conosco dagli anni ’90, con Enrico ci conosciamo da tantissimo tempo e condividiamo anche la stessa agenzia. C’era un’atmosfera meravigliosa, è una pellicola che mi ha portato molta fortuna, nonostante si parli della sfortuna e sono estremamente grata a quel film". Sempre per parlare di cinema in queste settimane sei sul set, protagonista di “Pane e burlesque”, debutto alla regia di Manuela Tempesta. Puoi parlarci di questo progetto?"Non posso ancora parlare di questo progetto ma il titolo ci aiuta nel senso che può già far intendere quale potrebbe essere il tema del film; sul set con me, Sabrina Impacciatore, Laura Chiatti, Giovanna Rei e Edoardo Leo. Quando la regista è Manuela Tempesta, ci sono quattro donne nel cast e il titolo è “Pane e burlesque” diciamo che qualcosa si può immaginare.Il titolo è indicativo del contenuto del film; è un set particolare. C’è stato un training prima dell’inizio delle riprese; sono stata coinvolta un anno fa in questo film perché gli autori del soggetto, Manuela Tempesta che ha avuto questa brillante idea e Massimiliano Bruno, hanno scritto il soggetto e la storia di questo film. Mi hanno poi chiesto di collaborare alla sceneggiatura; io ho sostenuto Manuela per tutto l’anno affiancandola nella creazione dei personaggi e nello sviluppo delle loro vicende". Le tue scelte artistiche dimostrano l’importanza che hanno per te la parola e le idee."All'inizio del mio percorso artistico non volevo più recitare e mi ero avvicinata più alla parte autoriale; poi alla fine ho capito che recitare era il mio destino e sono tornata al primo grande amore ma ho continuato a scrivere. La parte autoriale è molto presente nei miei lavori perché io amo molto scrivere; io mi sono laureata in Lettere, ho conseguito un Diploma in sceneggiatura alla scuola Holden di Baricco a Torino. Penso che un attore se sa anche scrivere possa provare a portare in scena dei personaggi che nascono dai propri pensieri e dalle proprie riflessioni. Quest’anno ho scritto uno spettacolo per il teatro con Luca Manzi, in scena in questi giorni al Teatro Golden di Roma “Diversamente giovani” con Roberto Ciufoli e Tiziana Foschi; lo avevo scritto originariamente per me e per Roberto Ciufoli ma gli impegni sul set di “Pane e Burlesque” non mi hanno permesso di essere in scena. Sono convinta che loro siano una coppia formidabile, non potrei chiedere di meglio.Io penso che lavorare su più fronti è qualcosa che arricchisce, e non solo l’unica perché potrei citare tantissimi colleghi attori autori come Massimiliano Vado che ho conosciuto proprio sul set di “Stai lontana da me”; qui abbiamo consolidato un rapporto professionale e firma proprio la regia di “Diversamente giovani”. Ma tanti sono i colleghi che sono autori dei propri testi.Non potrei fare una cosa sola perché questa è la mia natura; per tanti anni mi hanno detto che avrei dovuto decidere  cosa volevo fare per non disperdere le forze; in questo momento di crisi invece saperne fare più di una aiuta sicuramente; poi secondo me bisogna avere il coraggio di provare a farlo, poi a giudicare ci pensa il pubblico.Sono un po’ come quegli illusionisti che mangiano i fazzoletti e poi li tirano fuori dalla bocca tutti annodati; io mi butto in molti progetti e poi magicamente si collegano tra loro, come per una specie di miracolo". Nei tuoi testi emerge sempre una leggerezza che sostiene il testo ma non lo priva del suo senso. "Nel caso dello spettacolo adesso a teatro “Diversamente giovani” questo è abbastanza evidente; la commedia è leggera ma sensata. Per me la leggerezza è una cifra stilistica, non è e non deve essere l’obiettivo perché altrimenti tutto il testo si svuota del suo significato rimanendo vuoto. Il plot della mia commedia è drammatico: un uomo di 45 anni viene cacciato di casa da una moglie che gli ha tolto tutto; si consola con una ragazzina di 20 che vive con un coinquilino coetaneo che frequenta una quarantenne che non vuole invecchiare. Raccontata così la storia potrebbe ricordare la trama di un film di Lars von Trier oppure una commedia; la leggerezza è la cifra con cui affronti un testo". Dal 26 dicembre torni in scena invece sempre a teatro in”Doppia coppia” con Max Tortora alla Sala Umberto."Non vedo l’ora; lo abbiamo portato in scena dieci anni fa e adesso lo riproponiamo. Allora nessuno dei due aveva un gran curriculum. Dopo lui è esploso e anche a me quello spettacolo ha portato molta fortuna; lì ho conosciuto Paola Tiziana Cruciani, coautrice dello spettacolo insieme a Max Tortora che poi è diventata la mia regista teatrale.“Doppia coppia” è uno spettacolo esilarante; Max Tortora è un attore immenso, imprevedibile, fa delle cose sul palco istintive interpretando un personaggio che si è cucito addosso. A teatro siamo stati molte volte marito e moglie, sono felicissima di ritornare in scena con questo testo, pura comicità. Siamo una coppia di parvenu che abitano ai Parioli per apparire più di quel che sono, in realtà siamo abbindolati da una coppia di cialtroni che vogliono fare uno scambio di coppia per il quale siamo del tutto inadeguati, elemento che contraddistingue la cifra stilistica della commedia pura. Pensa che io sul finale esco sul palco nuda coperta completamente di frutta". Guardando alle nuove tecnologie, quest’estate sei stata protagonista e autrice di una serie andata in onda su Raidue, “Ombrelloni” nuova e sperimentale; secondo te quanto è importante provare nuove strade e nuovi tipi di linguaggi?  "Per la serie “ombrelloni” io ero stata coinvolta dal bravissimo Luca Manzi, autore straordinario, verso il quale nutro una fiducia completa, all’inizio solo nella fase di sceneggiatura, ; poi per il personaggio che ho interpretato non riuscivano a trovare l’attrice giusta e quindi sono stata coinvolta anche come interprete. Quella di “Ombrelloni” è stata un’esperienza particolare perché doveva essere una web serie poi in corso d’opera le sceneggiature sono piaciute ed è stata mandata su Raidue nella fascia preserale. Per questo sono state fatte delle modifiche perché è ovvio che una web serie ha una cifra più libera e sperimentale". Tornerai a fare radio, dopo la tua esperienza di quattro anni a Radio 2 con “Brave ragazze”?"Ho dovuto lasciare il programma perché gli impegni sul set e a teatro non mi permettevano più di seguirlo. C’è un’idea, sono sempre in contatto con gli autori e c’è sempre una pentola che bolle". C’è uno spettacolo che ti ha particolarmente colpito in questa stagione teatrale? "Donnacce di Gianni Clementi, regia di Ennio Coltorti con Paola Tiziana Cruciani, Alessandra Costanzo, Pietro Bontempo". (Tamara Malleo)

 

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