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“Vittima degli eventi”: un’intuizione produttiva con ambizioni seriali

“Fun movie”, “Crowfunding”, “Youtubers”: probabilmente,  il romanticissimo “indagatore dell’incubo” di casa Bonelli impallidirebbe a sentire quelle che sono le parole chiave del perfetto (e ispirato) tributo contemporaneo al personaggio ideato da Tiziano Sclavi, nel 1986.

Claudio Di Biagio (creatore della web-series “Freaks” e regista di “Andarevia” per RaiCinema) e Luca Vecchi (regista e videomakers dei “The Pills”) hanno audacemente corso molti rischi:

innanzitutto la sfida produttiva vinta con l’innovativa “arma” del crowfunding; quindi la difficile prova di professionalità e competenza artistica, già ostacolata dal budget ridotto e dal seguito di proseliti del fumetto carichi di aspettative, nonché finanziatori del progetto attraverso la piattaforma indiegogo.com (35.000euro raccolti); infine, la burocrazia cinematografica e la dura legge del diritto d’autore (ostacolo per il riconoscimento diretto da parte della Bonelli, che ha venduto i diritti di Dylan Dog, per la meschina riuscita cinematografica statunitense del 2011), che avrebbero potuto impedire la realizzazione del film.

Fortunatamente la passione e l’innovazione di chi sa fare di necessità virtù, non possono essere fermate.

I cinquanta minuti di questo “esercizio di stile” , come lo definisce il giovanissimo regista, sono decisamente un piccolo miracolo: la struttura dell’intreccio ricalca fedelmente quella di un albo (prologo, titolo e svolgimento) e la tipica “atmosfera Dylaniata” è resa perfettamente sotto tutti i punti di vista. A ricondurci nel mondo di Dylan Dog, c’è tutto il suo universo: dalla targhetta sulla porta al campanello “da urlo”, dal galeone da costruire al clarinetto per accennare “Il trillo del diavolo” , dal maggiolone al surreale corridoio della sua casa. Non solo: ci sono ovviamente Groucho (l’aiutante strampalato che “somiglia” a Groucho Marx) di cui lo sceneggiatore Luca Vecchi offre un’interpretazione impeccabile, il paterno ispettore Bloch, ruolo perfetto per Alessandro Haber, che si è prestato gratuitamente insieme alla magnifica Milena Vukotic,  interprete della sensitiva Madame Trelkovsky. E poi c’è lui: il fascinoso “oldboy” in camicia rossa, giacca nera, jeans e Clarks ai piedi, interpretato da Valerio Di Benedetto.  

Ciò che cambia e sorprende è l’ambientazione: lontani per necessità produttive e intenzioni di contesto dalla mitica Craven Road di Londra, la storia è ambientata a Roma. La città eterna è una perfetta “Capitale dell’incubo”: grazie ad una fotografia azzeccata e alle luci ben calibrate, il buio monumentale diventa amplificatore di suggestioni e catalizzatore di visioni, la location perfetta per “non luoghi” topici, come l’immaginifico emporio “Safarà”, che con il sinistro Hamlin (Massimo Bonetti),  viene trasportato a Trastevere, e adatta ad accogliere “l’incubo reale” di Adele (Sara Lazzaro), protagonista della storia di morte, che si consuma all’ombra di uno spettrale Castel Sant’Angelo (ripreso, pare, aggirando qualche “santissimo ostacolo” burocratico).

Le inquadrature che tagliano obliquamente il campo visivo restituiscono le “visioni” dei migliori illustratori del fumetto, indagando lo spazio in modo “psicologico”, disseminando simboli e stimoli nell’occhio del ex-lettore, ora spettatore; l’impiego di effetti speciali (e non l’abuso, forse anche per un positivo risvolto del low-budget)  è perfettamente in linea con lo stile dell’originale.

C’è solo un rammarico: le potenzialità di sviluppo seriale di un prodotto come questo (che potrebbe coinvolgere più registi e più sceneggiatori, come per il fumetto), che sfida il mercato tradizionale collocandosi in perfetta sintonia con le esigenze produttive e i linguaggi dell’arte 3.0, non merita l’impantanamento nella melma burocratica,  riflesso di una maniera di produrre ormai completamente superata per struttura e modalità di fruizione. Il fatto che la Bonelli sia da poco entrata nel mercato dell’audiovisivo e che abbia recentemente affidato un restyling di Dylan Dog a Roberto Recchioni (presente in sala), la dice lunga su che occasione stia scivolando via.

In attesa che si presentino le giuste condizioni di produzione, che il coraggio e l’intuizione dei tanti giovani rampanti eroi della rete possano dettare le coordinate di un cambiamento, godiamoci quest’esperimento, che dal 2 novembre (quale data migliore per “L’indagatore dell’incubo”) sarà disponibile sul canale web di The Jackal: “Giuda ballerino!”

 

(Adriano Sgobba)

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