"7 days in Havana", nelle sale dall''8 giugno
Sette giorni, sette registi e una sola città: è l'Avana, che si fa personaggio, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Si parte da lunedì; Benicio del Toro, alla sua prima regia, ci mostra l'Avana attraverso gli occhi di un giovane yankee, un ingenuo neo attore dalla faccia pulita che viene investito dallo spirito della capitale cubana.
Il martedì, girato da Pablo Trapero, ha per protagonista il grande Goran Bregovic (purtroppo doppiato in modo ridicolo), che interpreta se stesso, in piena crisi esistenziale e di copia; annegato in fiumi di alcool, decide di seguire il suo autista (che si rivela un grande trombettista) in una suggestiva ed emozionante Jam Session.
Per il mercoledì è la volta di Julio Medem che mette in scena "La tentazione di Cecilia", una giovane cantante cubana che si trova a un bivio: seguire il cuore e fuggire con un ragazzo europeo appena conosciuto, o restare a l'Avana.
Elia Suleiman è il regista e protagonista dell'episodio del giovedì, "Diary of a beginner". E' senz'altro il più riuscito tra i sette, non solo per l'ottima fotografia, ma anche per l'ironia nella solitudine che riesce ad esprimere. Un'immagine originale dell'Avana, si prende in giro Fidel Castro e si ride.
Gaspar Noè, nel venerdì, ci mostra come l'omosessualità, a Cuba, si può curare attraverso un rituale catartico di stregoneria.
Il sabato di Juan Carlos Tabìo è uno spaccato di vita quotidiana di una famiglia cubana alle prese con sfide culinarie e non solo.
Il film si chiude con la domenica vista da Laurent Cantet. La vergine Maria appare in sogno a una donna e le commissiona la costruzione di una fonte in suo onore. La fede nella religione e nella solidarietà tra gli uomini renderà questo progetto possibile.
7 days in Havana", presentato a Cannes nella sezione Un certain regard, ci mostra come l'alcool, le belle donne e l'aiuto reciproco tra uomini siano i capisaldi di questa città. Purtroppo non c'è organicità (sebbene luoghi e personaggi siano ricorrenti) né una vera originalità nel racconto.
(Martina Pattonieri)
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