“Terra, pane e libertà. La cantata di Michele Sciarra” al Teatro Ygramul
Una storia di terra, pane e libertà. Una storia che attraversa gli anni, le guerre, gli oceani.
“Terra, pane e libertà. La cantata di Michele Sciarra” è un evento unico e da non perdere. In scena presso l’associazione Teatro Tgramul di Roma sabato 12 novembre, lo spettacolo parla di Michele, socialista figlio di anarchici. Un bambino che, abbandonato dal padre fuggito nel Nuovo Mondo, cresce con la madre negli anni difficili del fascismo. La sua storia è una lenta e inesorabile presa di coscienza che lo condurrà, alla fine del secondo conflitto mondiale, a organizzare in sindacati i braccianti della sua terra per occupare quei latifondi che, rimasti incolti, erano la speranza di una classe sociale ridotta allo stremo.
La storia del protagonista diviene una cantata, narrata in terza persona da Nazario Vasciarelli che riannoda i fili della memoria ricostruendo la quotidianità di un uomo del Sud immerso in superstizioni e pratiche magiche.
Sarà il racconto di un’epoca quello in scena sul palco del teatrino di Via Nicolai: il tempo dei difensori dei lavoratori come Giuseppe Di Vittorio, Placido Rizzotto, Salvatore Carnevale e Carmine Cannelonga i quali, spinti da un’eccezionale e straordinaria personalità completata da una grandissima autodisciplina, cambiarono per sempre i rapporti tra braccianti e grandi proprietari terrieri.
Un’ora di rievocazione e magia. Un’ora di emozioni in cui le immagini del lavoro nei campi, delle prepotenze dei fascisti, dell’iniziazione ai principi del socialismo, dell’apostolato tra i braccianti, rivivono attraverso la forza evocativa della parola, sottolineata dalla fisicità dell’attore che racconta la vicenda e dalla voce di Matteo Marolla che canta i brani del repertorio di Matteo Salvatore e scandisce i capitoli della vicenda.
(Francesca Versienti)
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