"Africa: See you, see me": la rappresentazione del continente africano
La mostra fotografica “Africa: see you, see me”, dopo l’esordio a Lisbona in ottobre, finalmente approda a Roma, presso l’Associazione culturale “Officine fotografice”. Inaugurata il 4 maggio s’impone all’occhio dell’osservatore per l’attento lavoro di analisi e ricerca che vi è alle spalle. Il tema centrale, la costruzione di un’identità africana, è esemplificato attraverso un percorso che rende evidente come, per lungo tempo, il popolo di questo continente sia stato costretto a riconoscersi nelle proiezioni degli occidentali. Tre sezioni ci mostrano le varie tappe che hanno caratterizzato l’evolversi di questo processo. La prima parte è dedicata a immagini scattate da fotografi africani. Emerge con chiarezza la coscienza delle problematicità insite in questo macrocosmo, sia a livello politico che sociale. La seconda parte, invece, è legata al linguaggio coloniale. Documenti provenienti da archivi etnografici attestano lo sguardo dei colonizzatori, il loro punto di vista sui popoli dominati. La terza parte, infine, raccoglie fotografie realizzate da artisti non africani. Il loro essere esterni alle dinamiche colte fa affiorare un immaginario occidentale che, nonostante il forte legame con la cultura dei luoghi immortalati, si connette al concetto di esotico.
Il lavoro di 36 artisti provenienti da 13 paesi diversi si propone di sintetizzare il difficile raggiungimento di un’autoconsapevolezza. Abituate a essere scrutate e analizzate le genti africane guardano alla propria storia e al presente nel tentativo di tracciare la propria identità. Tale processo si nutre di un dualismo: l’alternanza del proprio sguardo e di uno, invece, subito. “Africa: see you, see me” è stata prodotta dal dipartimento di studi africani della New York University (NYU) per la fondazione portoghese Africa.cont, in collaborazione con il dipartimento distaccamento fiorentino La pietra Policy Dialogues della NYC e Officine fotografiche. Il curatore è Awam Amkpa, direttore del dipartimento di studi africani della NYC.Per maggiori informazioni: www.officinefotografiche.org
(Valentina Olivato)Libro della settimana
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