Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 635

“Furore, Steinbeck”, il 2 ottobre Alessandro Baricco ridà voce ai migranti, su Rai3, in prima serata

Il titolo originale è “The Grapes of Wrath” (Grappoli d’ira) ma la traduzione italiana della casa editrice Bompiani ce l’ha fatto conoscere come “Furore”. È il capolavoro di John Steinbeck (1902-1968), scrittore americano insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1960. Una scrittura realistica e al tempo stesso, pregna di poesia, un forte sensibilità per il sociale attraverso cui dipinge personaggi di generazioni diverse, durante la Grande Depressione Americana degli anni ’30, che, in “Furore”, stanno affrontando una grande migrazione dalla campagna americana, sempre più martoriata dalla crisi e da qualche disastro climatico, verso ovest, la California, inseguendo la promessa di un maggior benessere.
Per le politiche internazionali di oggi è una tematica quanto mai delicata, che tende a ripetersi nella storia secondo i momenti di crisi e di conflitto degli Stati: flussi migratori che ridefiniscono i rapporti tra le culture, gli equilibri delle nazioni che vengono lasciate e quelli delle mete raggiunte, non senza episodi di elevata tragicità lungo i tragitti più poveri e dissestati. furore01
In vista della Seconda Giornata Nazionale per le vittime dell’immigrazione, Rai3, diretta da Stefano Coletta, propone il 2 ottobre in prima serata (21:15) un reading con protagonista proprio il celebre romanzo di Steinbeck letto e interpretato da uno dei maggiori scrittori italiani viventi: Alessandro Baricco.
Alla conferenza stampa Rai presso il “Parlamentino” di Palazzo Gireconsulti di Milano, all’interno del Prix Italia 69, il festival internazionale per la radio, la tv e il web che premia i programmi e i progetti di qualità, Coletta parla di un progetto meditato da tempo, anche con l’ex direttore di Rai3 Daria Bignardi, a circa un anno di distanza dalla proiezione di “Fuocoammare”, il documentario di Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino 2016, con cui la rete ha voluto commemorare la prima giornata in memoria delle vittime tra migranti. Un interesse di pubblico confermato dai dati di ascolto, al di là delle aspettative, che pone le tematiche sociali come centro d’attenzione per il servizio pubblico, che ora propone un’opera letteraria scritta nel 1939 ma attualissima.
Baricco sostiene infatti che l’importanza di questa iniziativa non consiste nella pura letteratura, ma nella possibilità di esprimere, ad alta voce, per tutto il Paese, l’esperienza umana della migrazione, attraverso i caratteri e le battute dei personaggi del romanzo.
furore03Un forte impegno civile di Rai3 al di là degli interessi economici, dimostrando che la più grande spinta della Radiotelevisione italiana deve restare il servizio al cittadino, come informazione e trasmissione di fatti attinenti al reale, ponendo argine alla pericolosità di questi anni di “post-verità”. Il Prix Italia 69 ha infatti un titolo eloquente “Back to Facts”, ovvero, attenzione scrupolosa alla realtà contro le “Fake News” da parte di tutti i più importanti operatori della comunicazione.
Nel caso di “Furore, Steinbeck”, non si tratterà di una “messa in scena” a opera di molte voci. Sarà solo Baricco, per un’ora e mezza, a sostenere in diretta la lettura di un testo, vivificando e tentando di esprimere la rilevanza di ciascuna parola. La location scelta è un complesso industriale di Torino, lo spazio MRF Mirafiori, enormi capannoni industriali in cui risuonerà il testo, accompagnato dal controcanto musicale curato da Francesco Bianconi dei Baustelle. Le suggestioni della colonna sonora, composta “per stratificazioni” - come ha spiegato lo scrittore durante la conferenza stampa - insieme alle scenografie di Francesca Montinari e alla regia di Fabio Calvi, esalteranno “la bellezza”, intesa come “saper vedere” bei significati anche laddove è più nascosta alle persone. A differenza del teatro, la televisione dà la grandissima chance di catturare l’attenzione, fosse anche solo per una quindicina di minuti, di tutta quella gente a cui, abitualmente, l’opera di uno scrittore come Baricco, letteraria o teatrale, non è mai arrivata. Non solo per “vezzo intellettuale”, ma perché è giusto volere e credere che quei “bei significati”, ogni tanto, possano diventare mainstream e ampliare, nel loro piccolo, la sensibilità di tutti.
La bellezza è per tutti, o almeno, dovrebbe esserlo, anche grazie al servizio pubblico.

Agnese Comelli 01/10/2017

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM