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Il "Profumo" della danza anima il chiostro sestese

SESTO FIORENTINO – “Meglio il puzzo di una mamma, che il profumo di nessuno!” (Mario Cioni, “Berlinguer ti voglio bene”).
“Il profumo è il fratello del respiro” (Yves Saint Laurent).
Riuscire con la danza, con i gesti e i movimenti a ricreare gli odori e le essenze che emergono leggendo le pagine, cariche di “Profumo” volatile, del romanzo di Suskind, uscito nel 1985. È questo il paradigma, la sfida e la scommessa vinta del coreografo Antimo Lomonaco e di Nexus Studio che apre la quinta edizione della rassegna teatrale “Intrecci” a Villa San Lorenzo.profumo3 Sesto Fiorentino può vantare un ventaglio di ville, dalla Gerini (dove peraltro si svolgerà il proseguo dello stesso festival, fino a fine luglio), la Petraia, quella di Castello, Solaria e molte altre che maggiormente potrebbero essere utilizzate per musica, concerti, teatro, mostre, soprattutto nei mesi estivi. Questo “Profumo” è un omaggio complicato e coraggioso alla narrativa descrittiva e pirotecnica dell'autore tedesco le cui pagine non grondavano inchiostro bensì sostanze olfattive, recettori che, tramite una ricca aggettivazione e una retorica piena e complessa, riuscivano a toccare varie corde: quelle nasali, quelle traumatiche dell'abbandono, quelle della ricerca dell'amore, quelle noir bloody e splatter il tutto mischiato e miscelato, annusato e fiutato.
“Una rosa non ha bisogno di predicare. Si limita a diffondere il proprio profumo” (Mahatma Gandhi).
In scena, sotto le logge e gli archi del chiostro della villa (le otto volte, con le colonne, creano quel buio, quell'incavo, quella grotta dei sentimenti, quell'interiorizzazione, quel magma nascosto e imo, che protegge, ma anche custodisce segreti o cela verità che non possono essere espresse) oltre al protagonista Jean-Baptiste Grenouille (Lorenzo Guerrini che si divide e bilancia tra danza e prosa) e alla voce narrante (preziosa la profondità da baritono di Marcello Sbigoli che tiene le fila e le redini e che si presta anche nell'interpretazione del Maestro profumiere Baldini) fuori e dentro la scena, anche un corpo di ballo composto da una ventina di giovani danzatrici under 20, scelte dalle scuole del Mad di Rignano, la Nexus di Firenze, l'Accademia di Danza di Scandicci, l'Asd Fenice di Molin del Piano. “Nulla sveglia un ricordo quanto un odore” (Victor Hugo).
profumoSono loro le vere “spugne” camaleontiche che danno peso e sostanza, contorno, conforto e fondale in evoluzione alla scena: diventano le popolane che affollano il mercato con ceste e cassette per la frutta nei loro gonnelloni ampi e spumeggianti in un impianto caravaggesco dalle tinte forti o dai rimandi che ricordano i fulgori chiaroscuri di Bosch. Ora compiono movimenti che racchiudono e raccolgono e raccontano i grovigli interiori del protagonista-ragazzo, la sua anima ferita e traumatizzata che aveva come unici appigli con l'esterno quell'alfabeto composto da odori, le sue “proposizioni olfattive”; adesso le ballerine sono proprio gli odori stessi che si innalzano e vagano, che s'intrufolano e permeano, ora sono il vortice di quell'aroma principe – più che altro ossessione – che Grenouille ricerca spasmodicamente, ora sono il vento che serpeggia e pulisce, porta via e arriva fresco.
“Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza” (Coco Chanel).profumo1 Le giovani danzatrici diventano le nobildonne a Palazzo e a Corte che volteggiano nelle loro sottane gonfie a palloncino mentre il protagonista alterna la sua presenza da un palchetto posto adun'estremità del boccascena naturale. Si miscela, appunto come profumo, con le ancelle che evocano i sogni in camicie da notte d'epoca bianchissime o si tramutano in fitta nebbia a coprire il caos interiore labirintico di Grenouille, che per cercare l'odore principe e primario, per arrivare all'essenza del “profumo dell'uomo”, uccide oltre venti fanciulle vergini (rappresentate da altrettanti flaconi), un vano tentativo per coprire le sue mancanze, il suo vuoto, il suo deficit di attenzioni, affetto, amore.
“La felicità è il profumo dell’anima” (Romain Rolland).
Nessun profumo riuscirà a colmare quel profondo senso d'inadeguatezza, di fuori misura, di errore, impurità e sbaglio, d'abbandono e inutilità, quell'assillo e fissazione, chiodo fisso e tormento, quel tarlo alla ricerca dell'odore originario, quello che ha scatenato la vita, la sua: l'odore della pelle, delle mani, della bocca, del seno della madre.
“Il passato è l’unica cosa morta che ha un dolce odore” (Edward Thomas).
“Il profumo di una donna è nel tempo, un ricordo più struggente di una sua fotografia” (Guy De Maupassant).

Tommaso Chimenti 22/06/2017

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