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"Mozart il sogno di un clown": Giuseppe Cederna torna a teatro per interpretare il genio tra musica e follia

Come nasce un personaggio a teatro? E qual è l’approccio al genio e all’artista? Giuseppe Cederna torna a interpretare Wolfgang Amadeus Mozart e in scena si interroga sul mistero che aleggia attorno al compositore ripercorrendo la sua carriera personale. Trent’anni dopo l’Amadeus di Mario Missiroli, che lo chiamò nel 1987 come protagonista insieme a Umberto Orsini della commedia di Peter Shaffer (che ispirò la celebre pellicola Premio Oscar di Milos Forman), l’attore torna a vestire pantaloni alla zuava e parrucca per trasportare lo spettatore nel settecento europeo. Un viaggio esilarante che intreccia la vita del musicista con gli esordi di Cederna ed è accompagnato dalla musica di Mozart, suonata rigorosamente dal vivo dal maestro Sandro D’Onofrio. Il tutto, dopo un prologo al lato del palco in cui, ancora molto agile, racconta quella che fu l’occasione della sua vita e il percorso di studio attoriale che lo portò persino in Svizzera, dal biografo Wolfgang Hildesheimer.

CEDERNA MOZART RoccoSoldini LOWRES 7

“Mozart, il sogno di un clown”, al Teatro India a Roma fino al 21 gennaio per la regia di Ruggero Cara ed Elisabeth Boeke, è il ritratto di un personaggio che non è stato soltanto l’”enfant prodige” per antonomasia ma anche un “buffone” un po’ volgare e dalla risata stravagante. Cederna questa volta firma anche il testo di un monologo che intende coinvolgere i sensi del pubblico stimolando vista, udito e sollecitando l’immaginazione attraverso l’uso della mimica e delle parole. L’interprete è solito chiedere: “Riuscite a vedermi?”, mentre descrive la tournée sulle strade dissestate d’Europa, gli amori, i successi, i debiti; e un sofà di scena diventa una carrozza, un letto, una casa sempre più misera e fatiscente.

La musica è quella dei minuetti e delle sonate per pianoforte, riecheggia allegra rispecchiando la comicità e la follia di una figura ignota anche a se stessa.“La convinzione del suo più grande biografo, Hildesheimer, era che Mozart componesse per contrastare il dolore della vita, traendo da ciò la forza per compiere il proprio lavoro fino in fondo, contro ogni avversità e condizionamento. Questa è la moralità sempre attuale della sua musica: lui ha amato quello in cui ha creduto”. Su questa ipotesi interpretativa Cederna ha modellato il Mozart di trent’anni fa e riadattato quello di oggi, sempre misterioso, inafferrabile, grande e talentuoso. Un genio che tuttavia era anche un “clown".

Silvia Natella 18/01/2018

Foto di Rocco Soldini

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