Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 654

Emilio Solfrizzi: Il “borghese gentiluomo” che tenta la scalata sociale

"La gente d'alto rango sa tutto senza aver appreso nulla" diceva Molière, ma cosa è costretto a fare chi vuole salire i gradini della scala sociale? Ne "Il borghese gentiluomo", rilettura teatrale dell'omonima comédie-ballet del commediografo francese, scopriamo le peripezie di un goffo mercante che cerca in tutti i modi di diventare nobile. Diretto da Armando Pugliese, lo spettacolo va in scena al teatro Quirino fino al 30 aprile e vede come protagonista l'attore Emilio Solfrizzi.
Siamo nella Francia di fine '600, il signor Jourdain si circonda di maestri vari tentando di imparare tutte le arti che contraddistinguono un gentiluomo da un plebeo. Tutti si approfittano dell'ingenuo protagonista convincendolo dell'importanza di imparare mille arti per sottrargli più soldi possibili Jourdain è disposto a tutto ed accecato dalla possibilità di darsi del tu con conti e marchesi. La scelta ovviamente condiziona tutta la sua famiglia, portando scompiglio e contrasti. A risolvere tutto ci penserà Coviello (Cristiano Dessì), valletto dalla mente diabolica. Lo spettacolo non ha un vero e proprio finale, lasciando allo spettatore la possibilità di immaginare le altre peripezie che travolgeranno il signor Jourdain. Armando Pugliese decide di mantenere da questo punto di vista la scelta di Molière, che decise di lasciare la storia in sospeso. ilborghese2
La storia si snoda tra equivoci, imbrogli e personaggi tipici della commedia dell'arte, giocando su situazioni che ancora oggi sopravvivono nel mondo dello spettacolo.
Solfrizzi a un anno da “Sarto per signora” di G. Feydeau continua sulla scia delle commedie francesi e sembra aver interiorizzato i caratteri dei personaggi della tradizione. Decide di dare al protagonista una veste che sembra un omaggio agli artisti della commedia italiana del '900. Movenze da manichino e giochi di parole che ricordano moltissimo Totò non fanno che accentuare ancora di più il tutto. A questo si vanno ad aggiungere i tratti distintivi della comicità pugliese dell'attore, che di tanto in tanto dà libero sfogo al suo accento o ad esclamazioni tipiche.
Ma i due atti risultano molto scorrevoli e non si concentrano unicamente sulla figura di Solfrizzi; vengono sfruttate al massimo le potenzialità di un cast di attori poliedrici, capaci di alternare alla recitazione il canto e il ballo e di interpretare diversi personaggi contemporaneamente. Lo spettacolo mantiene inoltre la sua vena musicale grazie agli intermezzi scritti da Antonio Sinagra che si risolvono in balletti divertenti e dissacranti.
Un salto nel tempo in una comicità leggera e mai volgare, che punta a divertire con la parola e il gesto, risvegliando nel pubblico ricordi di dinamiche ripetute più e più volte ma sempre fresche.

Giovanni Recupido 24/04/2017

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM