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Il trasformismo e la comicità di Danila Stalteri al teatro Ambra Garbatella

Storie al limite del grottesco che nella loro singolarità contagiano quella parte di spettatori divertiti che non hanno rinunciato a quel pizzico di partecipazione nei confronti dell’attrice protagonista. Un’interpretazione brillante quella di Danila Stalteri, protagonista della commedia “Manco Fossi Laura Chiatti” con la collaborazione registica di Giorgia Vicari e la partecipazione straordinaria di Massimo Corvo e Lucia Batassa.

Il palcoscenico del teatro Ambra alla Garbatella è stato, scorso 20 aprile, il luogo in cui Danila Stalteri ripercorre storie autobiografiche e tirando fuori tutte le disavventure comiche, linguistiche e interpretative con cui si è trovata a fare i conti durante il suo percorso professionale.
Una storia che abbraccia l’attualissima tematica della ricerca della fama e dell’ambizione di diventare attrice. Una serie di comici botta e risposta da inizio alla storia parodica, in cui corsi di recitazione, provini, rapporti ambigui con un manager adulatore e telefonate con la madre si alternano sul palcoscenico con una certa dinamicità. Durante la storia della sua vita, Danila Stalteri si sofferma sulla parte più strana degli atteggiamenti umani. In modo particolare sulle follie e sulle lezioni che caratterizzano registi e insegnanti dai “metodi più o meno ortodossi”. Mancofossilaurachiatti2

Tre serate in cui, per una buona causa, l’intero incasso è stato devoluto in beneficienza. È una voce, prima dell’inizio dello spettacolo, a tirare fuori la velata battuta allusiva che si riferisce chiaramente alla povertà che attanaglia ogni aspirante attore. Sul palco dell’Ambra Garbatella una commedia dalla satira amara e attuale: il dilemma con cui numerosi giovani aspiranti artisti si ritrovano a combattere per riuscire a superare l’alto e ripido scoglio della recitazione.
Nella sua attualità, lo spettacolo ha sommariamente sottolineato la speranza, le illusioni e la sfortunata realtà di assistere al successo dei propri colleghi. Un monologo che nasce dai racconti di una vita, magari vissuti con sana ironia e un pizzico di ottimismo. "Manco fossi Laura Chiatti” è la dimostrazione di come la vita da attore preveda un percorso fatto di risposte negative, di inganni e di delusioni. Forse il sano ottimismo e la capacità - a volte rara - di non prendersi troppo sul serio può aiutare a tirare fuori il meglio da situazioni altrimenti difficili. Senza troppe pretese, la trama fonda la sua fortuna sulle promesse e sulle premesse che la protagonista si sente rivolgere, per non parlare del “lavoro momentaneo”. L’espediente che salva il portafoglio e che poi finisce per diventare una quotidianità che la allontana da un mondo fatto di esasperanti selezioni e di attenzioni rivolte a chi un nome già lo possiede.

Paola Smurra 26/04/2017

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