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Alessandro Benvenuti in "Chi è di scena": tra finzione e realtà il teatro come ragione di vita

Si gioca all’apparenza e alla suspense nello spettacolo “Chi è di scena” di Alessandro Benvenuti. L’attore toscano calca il palcoscenico del Teatro della Cometa a Roma fino al 7 maggio portando un testo in cui possibili epiloghi si susseguono per sorprendere e smentire di volta in volta lo spettatore.
Al centro della storia e dei dialoghi dei protagonisti c’è l’arte scenica, reale e sottintesa, forza motrice delle idee e unica “medicina” possibile contro il dolore fisico e psicologico. Gli intrecci risentono di un’atmosfera a tratti thriller, con battute che hanno il sapore del giallo e della commedia, e in cui i suoni rivestono un’importanza fondamentale. Echi e rumori fuori scena hanno un potere evocativo contribuendo a delineare caratteri che però non sono mai definiti totalmente lasciando l’ombra del dubbio pirandelliano sulla persona e il personaggio. 

Benvenuti2Alessandro Benvenuti, che scrive e dirige lo spettacolo, interpreta un uomo di teatro stravagante che viene rintracciato da un fan e accetta di essere intervistato in casa sua. Seduto su una poltrona e davanti al suo interlocutore e a una videocamera compatta dovrà spiegare i motivi della sua lunga assenza dalle scene. Tra l’attore e l’aspirante giornalista inizia un finto confronto in quanto ognuno inscena una commedia perseguendo un suo scopo, mentre sul fondo di una scenografia essenziale una misteriosa donna giace su una sdraio imbottita e mostra la schiena nuda; sembra dormire e la sua presenza è inquietante.

Le interazioni tra Benvenuti e gli altri due attori, Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti, innescano riflessioni sull’esistenza, l’amore e la morte e intraprendono una direzione che porterà lo spettacolo verso un finale inaspettato in cui i ruoli di vittima e carnefice appaiono sfumati. E anche i rapporti non sono mai certi e rassicuranti. Quel che sembra non è necessariamente vero e una recitazione a più livelli trae in inganno non solo i personaggi, ma anche il pubblico. Il tutto con un linguaggio contemporaneo, ironico, forte, che dà a ogni fenomeno sociale affrontato la sua definizione più esplicita e cruda. Il cinismo e la comicità istintiva e feroce che contraddistinguono i lavori di Benvenuti sono riconoscibili sin dal suo primo sguardo e prendono vigore nel corso della pièce. 

Gli iniziali registri comici lasciano spazio a toni surreali in una vicenda metateatrale dove ognuno recita una parte ed è convinto della sua credibilità. L’unico modo per risolvere gli enigmi è provare a interrogarsi su chi è davvero in scena. Il teatro resta l’unica ragione di vita e il mezzo attraverso il quale scoprire se stessi e creare realtà parallele.

Silvia Natella  23/04/2017

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