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Teatro

“Zorro”: un uomo abbandonato come un cane sul ciglio della strada della vita
FIRENZE – In questo mondo di estetica, fatto d'immagine, dove conta più la quantità che la qualità viene considerato e ricordato chi lascia il segno, chi appone la sua firma, e che sia riconoscibile appunto come Zorro. Il nostro spadaccino contemporaneo però passa inosservato, senza nome, se ne sta agli angoli, ai margini, nell'ombra, conta i treni, gira nei suoi pensieri, per giorni non apre neanche bocca, nessun suono esce dal suo corpo. Ma “Zorro” (prod. Prima International Company, visto al Teatro Puccini) non è nemmeno una persona, è un cane, anzi due, o identifica proprio una vita da randagio,…
L'“Aspettando Godot” di Terzopoulos è un attendere senza più speranza
MODENA – La riflessione comune ogni volta che va in scena un nuovo adattamento di un testo beckettiano, vista la fissità e l'intoccabilità del testo, sta nel saper giocare (dalla parola “play”) con la scena e con le sonorità uscendo dal naturalistico come dal didascalico. Sta di fatto che con due tocchi da Maestro qual è, il grande regista greco Theodoros Terzopoulos, è arrivato a incontrare fino in fondo la tragedia umana presente dentro l'“Aspettando Godot” (prod. Fond. Ert, Fond. Teatro Bellini), ha scavato l'abisso che ci portiamo dentro, ha scalato le vette della nostra esistenza. La scena è assolutista…
“A casa, bambola”: ultimo disperato tentativo del maschio sconfitto
BOLOGNA – Cosa rimane di Ibsen in questa non tanto rivisitazione ma spunto del duo riminese Quotidiana.com? Forse niente ma proprio perché nulla doveva rimanere. Non è nemmeno un'essenza, meglio è quello che è riuscito a trasalire, a sospendersi, per usare il gergo chimico. E forse tutto sta dentro la traslitterazione che da “Casa di bambola” che in questa interpretazione diventa “A casa, bambola” (prod. Quotidiana, Ert Teatro Nazionale; 45' un soffio leggero), con quella virgola che si fa carne e sostanza, momento di passaggio e svolta, stop e rilancio. Nel titolo si sente ancora la verve e la vis…
“Via del Popolo” di Saverio La Ruina: la vita non è una lotta contro il tempo
FIRENZE – “Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare, Io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare” (Ivano Fossati, “C'è tempo”). Nel doppio binario di un tempo interiore e di un altro oggettivo si svolge la vicenda portata alla luce da Saverio la Ruina che, con la grazia e l'eleganza di sempre, ci fa entrare dentro la propria vita, il proprio vissuto, la propria città e famiglia. E lo fa aprendoci la porta su uno dei dolori più grandi per ogni essere umano: la perdita di un genitore, la scomparsa del padre,…
Nell'innovativo e straordinario "Natale in Casa Cupiello" di Interno 5 i protagonisti sono i pupazzi
NAPOLI – Un fondale che si espande a metà tra il Bosco Verticale milanese, con vie di fuga che saettano in alto, e il Calendario dell'Avvento, con le sue finestrelle tridimensionali, quasi squarci di Lucio Fontana nella tela a prendere luce e respiro, e le sorprese che si affacciano e si affollano di presenze, questo particolarissimo fedelissimo eduardiano “Natale in Casa Cupiello” cum figuris (per la regia di Lello Serao che si è messo in gioco, sperimentando un nuovo linguaggio) è forgiato tra luci e ombre, da apparizioni caustiche ed epifanie carsiche in una continua meraviglia che abbaglia pur nella…
Un Cyrano pinocchiesco: siamo tutti freak in cerca d'amore
PERUGIA – Con un gioco di prestigio tra forma, scintillante e di paillettes sbrilluccicose, e sostanza, tenera e commovente, Arturo Cirillo si fa mago e prestigiatore facendoci entrare dentro il suo castello delle meraviglie, wunderkammer e tunnel degli specchi dove niente è come sembra e dove tutto può assumere altre parvenze cangianti, altri significati talmente reconditi da apparire palesi, luminosi. Il suo è un avanspettacolo tutto ruotato su una piattaforma che fa sembrare i protagonisti omini del carillon della vita di marzapane a girare su se stessi nell'infinita girandola del possibile del reale, del verosimile dell'esistenza. E in un continuo…
“Il giuocatore” da Goldoni, la ludopatia e le dipendenze del nostro tempo
BARI – I dati sulla ludopatia in Italia sono sconfortanti, allarmanti. Uno studio ha calcolato che oltre un milione e trecentomila siano i malati patologici affetti da dipendenza dal gioco d'azzardo, ma la cosa più inquietante è che soltanto 12.000 siano in cura, tutti gli altri “a piede libero” pronti a scommettere, giocare, grattare (il fondo del barile). Lo Stato ci guadagna sulla salute dei propri cittadini. Il volume di denaro giocato, legalmente, supera abbondantemente i 100 miliardi di euro. Figuriamoci aggiungendoci il giro, comunque corposo, del sottobosco illegale. Dopo il lockdown poi la percentuale dei giocatori è aumentata, così…

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