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Fumetti nei musei, all'Istituto di Grafica va in scena l'arte (sequenziale e non)

Prendete una tavola bianca, aggiungeteci dei protagonisti giovani - bambini pestiferi o coraggiosi ragazzini che lottano in un mondo post-apocalittico - inquadrateli in vignette grandi e coloratissime e fateli camminare in mezzo al meglio dell'arte italiana.
Questo potrebbe essere il riassunto imperfetto di quello che ci si può trovare davanti, mettendo piede all'Istituto Centrale di Grafica di Roma. Non c'è nemmeno bisogno di salire le scale: superata la porta d'ingresso, è possibile visitare gratuitamente le sale in cui è stata allestita la mostra "Fumetti nei musei" fino al 1° aprile.
21 fumettisti del panorama italiano si sono cimentati nell'impresa di raccontare le storie di alcuni dei musei nostrani più famosi, affidandosi all'inchiostro, ai pennarelli o alla tavoletta grafica. Lo scopo è quello di rendere la storia dell'arte più accessibile proprio ai bambini e ai ragazzi, che vogliono approfondire l'immenso - e spesso dimenticato - patrimonio museale del nostro Paese.
Il percorso che attende i visitatori non è particolarmente complesso: tre sono le sale da attraversare. In ognuna di esse sono esposte alcune delle tavole originali - che al termine della mostra entreranno a far parte del patrimonio dell'Istituto Centrale di Grafica - la sinossi delle storie realizzate e una breve storia dei musei a cui sono dedicate. C'è spazio anche per osservare il work in progress dei lavori finali, bozzetti a matita e a china, schemi, schizzi e storyboard.IMG_0017.JPG
Pur non essendo un'esposizione particolarmente vasta, i suoi contenuti colpiscono per la varietà e per essere davvero accattivanti: la collaborazione voluta fra Fandango, Coconino Press, Ales Spa e il MiBACT non è un'operazione banale e retorica. I colori sono intensi, le poche tavole già anticipano storie a loro modo diverse, pur avendo tutte come protagonisti, seppure in gradazioni diverse, i musei scelti. C'è spazio per l'horror e per il noir, per gli animali parlanti e per il realismo delle storie familiari, che incrociano eventi caldi della storia italiana più o meno recente. È possibile sbirciare nel passato delle vite di chi compare nelle collezioni di quei musei - come Eugenio di Savoia-Soissons, la cui statua equestre troneggia di fronte ai Musei Reali di Torino; oppure fare un balzo in futuri più o meno distopici, dove ragazzini barricati nei luoghi della cultura diventano l'ultimo argine a un'umanità in irresistibile discesa.
Colpisce anche la diversità degli stili in mostra, che ben si adattano ai toni diversi adottati per ciascun albo: dai ghirigori divertenti e dolci di Maicol & Mirco - che si sono occupati della Reggia di Caserta e della Galleria Nazionale delle Marche - allo stile pulito ed essenziale di Paolo Bacilieri; dai colori acquerellati dei viaggi psichedelici nei guardi di Bosch di Alice Socal, allo stile quasi manga di opere come quelle di LRNZ e Fabio Ramiro Rossin. Ce n'è per tutti gusti. Fumetti nei musei è un'iniziativa in grado di scatenare non solo l'interesse dei più giovani ma anche di ispirare tutti quegli amanti, ormai adulti, del mondo fumettistico, che avrebbero così l'occasione di riscoprire tutta l'arte nascosta nelle loro città.

Ilaria Vigorito 15/03/2018

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