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L’attrice Lucilla Lupaioli racconta a Recensito il suo ritorno sulle scene

Dopo una parentesi di circa venti anni, torna sulle scene Lucilla Lupaioli, attrice che vanta una brillante carriera teatrale che l’ha vista lavorare per dieci anni nella Compagnia del Teatro Eliseo, protagonista insieme a Maria Paiato delle commedie musicali di Claudio Carafoli, e successivamente di importanti progetti al fianco di grandi nomi del panorama teatrale del calibro di Umberto Orsini, Rossella Falk, Lina Sastri, Toni Bertorelli, Patroni Griffi.
Ora, in seguito a un lungo periodo in cui si è dedicata principalmente alla formazione, torna a calcare il palcoscenico del Teatro Lo Spazio, fino al 18 marzo, con lo spettacolo “D’amore e altre schifezze” scritto e diretto da Armando Quaranta, già suo allievo.
Un testo che si addentra nei meandri delle conseguenze dell’amore, che parte dal cuore, arriva alla mente, all’anima e a volte percorre strade tortuose che arrivano allo stomaco .
In questa intervista sulle pagine di Recensito, l’attrice parla di sé, dello spettacolo che la vede tra i protagonisti, delle sue scelte professionali, della sua carriera di interprete e insegnante, e dei suoi progetti. Un piacevole viaggio nelle parole di una donna di teatro, attraverso l’esperienza di una artista.

Dopo una lunga parentesi di circa 20 anni, il ritorno sulle scene. Perché ha deciso di farlo proprio ora e con questo spettacolo? Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a tornare in scena?          “Già da tempo avevo riconsiderato l’idea di tornare in scena e ho scelto di farlo ora e con questo spettacolo per la stima verso Armando e perché mi sembrava stimolante, costruttivo e meravigliosamente scambievole essere diretta da un mio bravissimo ex allievo. Da essere guida a essere guidata in uno scambio che ritengo evolutivo per entrambi.”

Perché aveva scelto di lasciare le scene e che effetto le fa adesso riprendere?Lucilla Lupaioli
“Oltre ad una scelta personale dove ho voluto dedicare più spazio e tempo alla mia famiglia, ero già rivolta verso la formazione, la scrittura e la regia e in qualche modo la vita mi ha portata ad approfondire queste altre vie teatrali che sono state e sono un grande nutrimento, e sono centrali nelle mie scelte artistiche.”

In questi anni si è dedicata alla formazione. Secondo lei quali qualità deve avere un giovane che intende intraprendere questo mestiere?
Quali sono invece gli insegnamenti essenziali e i consigli che lei cerca di trasmettere?
“Fare questo mestiere è una vocazione. Credo che una formazione che sappia guardare all’essere umano nella sua interezza, sia un cammino indispensabile per chiunque voglia fare questo mestiere. Un giovane deve avere prima di tutto coraggio perché, nel percorso verso la conoscenza di questa professione, ci si trova di fronte a se stessi e, anche se sembra una frase ovvia, davvero non lo è. Bisogna essere disponibili alla vulnerabilità, al disorientamento, a viaggiare nei territori ignoti dell’animo umano: passi necessari all’apertura, all’espressione e alla comunicazione.
Credo che sia fondamentale creare un gruppo di lavoro dove ci sia fiducia per poter favorire nell’allievo la possibilità di fare tentativi, rischiare e provare senza sentirsi giudicato ma guidato a scoprire e a maturare in sé, i suoi punti di forza e a superare gli ostacoli. Cerco di trasmettere agli allievi l’amore per questa professione meravigliosa e la coscienza che si tratta di un mestiere corale, di straordinaria interdipendenza, dove si cresce se si lavora e se si lavora insieme: ognuno è unico e non si deve temere di perdere se stessi!”

Suo allievo e’ stato anche Armando Quaranta, autore, regista e interprete di “Amore e altre schifezze.” Com’e’ lavorare con un suo ex allievo?
“Come anticipato è un’esperienza molto bella e utile, di crescita reciproca e di rinnovato amore per il teatro. Armando è un regista e autore di talento che sta trovando un suo personale linguaggio che amo molto e che condivido.”

Uno spettacolo che parla d’amore e delle sue conseguenze, spesso anche fisiche e patologiche. Qual è il suo ruolo?
“Nello spettacolo sono una donna che è stata lasciata dal marito e dopo anni ancora non riesce a farsene una ragione rischiando di distruggersi. Il cammino all’interno dei momenti dello spettacolo è un percorso catartico dove il corpo è specchio di una mente che non lascia andare.”

Ha lavorato con grandi nomi, come Umberto Orsini, Rossella Falk, Giulia Lazzarini, Patroni Griffi. Chi le ha lasciato l’insegnamento più importante?
“Ognuno di loro è stato un maestro per me, insegnamenti che sono stati fondamentali per la mia crescita umana e artistica. Patroni Griffi mi ha insegnato, con il suo modo speciale di essere autore e regista, a lavorare con gli attori con umiltà e con passione, mischiando quasi il proprio cuore a quello dell’altro.”

Questo suo ritorno sulle scene proseguirà oppure si tratta solo di una parentesi?
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Non so se si tratta di una parentesi o no, tornare sulle scene. Cercherò di seguire l’onda di ciò che mi dirà la vita. Con la nostra Associazione Bluestocking, stiamo progettando altri spettacoli che debutteranno fra l’estate e il prossimo anno.”

Maresa Palmacci 16-03-2018

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