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Steno, l'arte di far ridere

In occasione del centenario della nascita di Stefano Vanzina, detto Steno in riferimento alla Flavia scrittrice, sarà inaugurata la mostra “Steno, l'arte di far ridere. Steno01C'era una volta l'Italia di Steno. E c'è ancora”, martedì 11 aprile alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma dove rimarrà fino al 4 giugno. La mostra è prodotta da Show Eventi, in collaborazione con CityFest, il programma di eventi annuali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis, con il sostegno di SIAE e a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis.

Regista tra i più prolifici del panorama italiano, al pari di personaggi del calibro di Mario Monicelli e Dino Risi, Steno è tra i padri della cosiddetta commedia all'italiana. Esempi di comicità e realismo, i film di Steno sono un connubio di commedia tradizionale e pungente satira di costume, capaci di riflettere l'evoluzione di una società come quella italiana, scossa in quegli anni dal boom economico. Regista di “Un americano a Roma”, “Un giorno in pretura” e “Piccola posta”, e in coppia con Mario Monicelli, del Totò di “Guardie e ladri” o “Totò e i Re di Roma”, quelli del cineasta d'Arona rimangono film classici del cinema italiano.
Steno fu un personaggio complesso, dalle molte facce, disegna vignette umoristiche per la rivista Marc'Aurelio, scrive copioni radiofonici, testi per il teatro di avanspettacolo, firma le sceneggiature di lavori come “Le bambole” di Comencini e “Ragazze da marito” di De Filippo, lancia attori iconici come Totò e Alberto Sordi, dando vita al filone “poliziottesco” con "La polizia ringrazia" e persino ricoprendo il ruolo di ghostwriter per un libro sulle memorie di Mussolini.
Steno002Divisa in due sezioni, cronologica e tematica, la mostra è una sobria esposizione impostata sulla base del Diario futile, una vera e propria opera pop in cui Steno incollava ritagli di giornale, vignette, appunti e foto, e tratterà la filmografia del regista contestualizzandone il periodo storico, sociale e culturale. La parte multimediale della mostra sarà curata da Farm Studio Factory, che assieme a 39Films, casa di produzione Italo Argentina, produrrà il documentario “Steno”, per la regia di Alberto Fabi. Grazie al materiale inedito fornito dai figli Enrico e Carlo Vanzina, con la collaborazione di Studio EL Cinecittà, Istituto Luce, Latitudine e Cineteca di Bologna, la mostra ricostruirà la storia professionale e privata di Steno. Un percorso di foto, filmati, cimeli e carteggi degli attori con i quali ha lavorato, dei film realizzati, ma anche degli svaghi e degli amici che hanno accompagnato questa figura chiave del cinema italiano.

A partire dalle feroci critiche su “Febbre da cavallo”, poi divenuto film cult, la critica non fu sempre obiettiva con Steno, che non rientrava nei canoni del “regista impegnato” e sfuggiva a ogni collocazione politica. Steno non è mai stato legato agli attori della sua generazione, ma è riuscito a dare alla commedia un volto universale, senza tempo, lavorando con tutti i giovani comici del momento: da Montesano a Villaggio, Abatantuono e Pozzetto, sempre rinnovandosi, finendo per accompagnare la comicità cinematografica italiana nelle sue molte declinazioni storiche. “Steno, l'arte di far ridere” è una mostra corale, che getta nuova luce sui personaggi storici che hanno accompagnato la figura di Stefano Vanzina, mostrando la fatica e l'intelligenza dietro un autore che ha saputo raccontare un'Italia in continua evoluzione di costumi.
Fare una mostra su Steno significa fare una mostra sul cinema italiano, ci si ritrovano volti familiari, attori intramontabili, amici di una vita.

Riccardo Bassetti 12/04/2017

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