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Swingari, gustosi come il cioccolato, intensi come un peperoncino

Mag 31

Bagnacavallo: un nome una garanzia. Non solo perché domenica 15 maggio non ha tradito le inevitabili aspettative che un siffatto toponimo crea, ma anche perché ha accolto un gruppo che inseguiamo ormai da cinque mesi: gli Swingari. Così, giunti fradici (più del cavallo) nel confortevole centro culturale Acrylico, abbiamo potuto capire come si dev’essere sentito quel cioccolatino tra le labbra di Johnny Depp in Chocolat.
Una mousse, ecco tutto. Perché quando lo swing incontra il Klezmer è esattamente come quando al cacao si aggiungono bolle d’aria e una spruzzata di peperoncino. E quello che gli Swingari fondono, ormai da tre anni, nel loro stravagante calderone, sono le sonorità della tradizione ebraica (Klezmer), dello swing statunitense degli anni ’30 e quello gitano e più spagnoleggiante del jazz manouche. Un quartetto in grado di equilibrare perfettamente tutta la carica esplosiva dei piatti di swingari03Danilo Miccoli, l’instancabile contrabasso di Alessandro Marchiorri, l’esperta chitarra di Giovanni Panciroli e lo strillo melodico del clarinetto di Vincenzo Panebianco. E nonostante la pioggia, nelle idi di maggio, li abbia costretti al chiuso, hanno acceso l’umido di una sala che si è lasciata andare all’energia della loro musica. Arrangiando pezzi di maestri come Henghel Gualdi, Django Reinhardt e Giora Feidman, sono stati capaci di cucire insieme note che hanno imbarcato il loro pubblico in un inaspettato viaggio nel tempo. Nel ripercorrere le nove tracce del loro primo album, non solo hanno spinto i presenti a ballare nonostante lo spazio angusto, ma hanno anche permesso a chi ascoltava di assaporare un profumo di incensi e spezie, sfiorando l’energia del popolo nomade per eccellenza.
La carica che infatti portano sul palco è tangibile tanto dal fiume incessante di suoni che stillano dai loro strumenti, quanto da un’esplosiva presenza scenica. Grazie a questo perfetto connubio di arte e personalità hanno saputo aggiudicarsi il Primo Premio e il Premio della Critica a “La musica nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival 2015”. Ma preferendo l’aria aperta agli ambienti chiusi, il loro spazio prediletto rimane quello più rustico e ruspante della strada dove sono capaci di esibirsi per giornate intere di performance; come qualche mese fa in occasione del Carnevale di Venezia, dove hanno sostenuto un tour de force dal quale sono usciti con qualche pallido cenno di stanchezza e con addosso solo due gocce di sudore. Ad averle raccolte subito, la terribile piaga della siccità in Sicilia sarebbe oggi solo un lontano ricordo.
Gli Swingari sono proprio questi: quattro eclettici italiani innamorati della musica Klezmer, restii ad addomesticarsi alle rigide e chiuse regole della sedentarietà. Sono nomadi, sono i Johnny Depp de noantri, gli ultimi zingari etruschi sopravvissuti alla noia del XXI secolo.

Elena Pelloni 31/05/2016

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