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Attenzione

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Un talento appena sveglio: Chiara Dello Iacovo al Monk Club

Apr 28

Attenzione. È la parola che fluttua in testa mentre si è lì, abbarbicati sulle spalle dei fotografi ai piedi del palco del Monk. Attenzione a chi? A Chiara Dello Iacovo, ventenne grintosa che ha divertito ed emozionato quelli che il 26 aprile hanno deciso di dargliela quell’attenzione, sfidando una serata semi-autunnale (a Roma, si sa, il freddo inibisce parecchio). Meritava, merita, meriterà l’attenzione che però la Capitale non ha saputo darle fino in fondo.
È un talento appena sveglio – come suggerisce il titolo del suo esordio discografico – ma già vestito e profumato, che con disinvoltura regge il peso di un tour intero e la pressione, a suo dire insormontabile, della tappa romana. Dalla sua ha la disarmante personalità e la musica, che tra un sorriso sbarazzino, un soffio di note al piano e una scenografia eclettica tradisce un’identità artistica netta e un immaginario preciso, seduto in una poltrona decorata da lucine, a cavalcioni tra la canzone d’autore e un pop gradevole e avvolgente.
Il concerto, ben introdotto dalla performance del gruppo Le Larve, è una carrellata delle diverse anime della cantautrice astigiana, che con la sua mimica potente quanto essenziale esalta un pubblico canterino. Grande attesa per “Introverso”, brano sanremese dal ritornello ipnotico, e “Genova – Le persiane sono verdi”, pezzo che accosta vocalità graffiante, melodia ondivaga – le strofe struggenti, i ponti andanti – e testo evocativo – non è mica facile scrivere a cantare di una città del genere – potenziato dalle pigiate gentili ai tasti illuminati da un neon verde. Repentini i cambi d’abito della Dello Iacovo, che tra camicie e camici, giacche, cappelli e casacche da “Soldatino” rimpinza la scaletta di “Appena sveglia” con cover d’autore di livello assoluto, scelte con lucidità e interpretate con maestria. Deliziosa in “Giudizi universali” di Samuele Bersani, sorprendente in “Milano e Vincenzo” di Alberto Fortis, commovente in “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi – senza ornate retoriche, un vero cazzotto allo stomaco – ruggente in “Iodio” dei Bluvertigo, semplicemente romana in “Le cose che abbiamo in comune” di Daniele Silvestri – richiesta di un fan quasi molesto – eterea in “Costruire” di Niccolò Fabi.
A sentirla, in quella serata semi-autunnale, la sensazione è che la ragazza sappia tenere il palco e abbia una penna in grado di far piangere e ballare – “1° maggio”, “Scatola di sole” – ridere e pensare – “Soldatino”, “La mia città”, “La rivolta dei numeri”. Non tiene affatto “in mano la paura dei vent’anni”, come scrive in “Donna”, ma la consuma in salti frenetici, schitarrate scanzonate, testi arrotolati e ritornelli tambureggianti, una timida ironia e un’adorabile femminilità.
Un anno fa la finale a Musicultura, poi la vittoria sfiorata a Sanremo Giovani, il disco “Appena sveglia” e il tour. E poi ancora Musicultura, il prossimo giugno, stavolta da ospite. Cara Roma, fai più attenzione la prossima volta. “A cosa servono i segni se non li sappiamo vedere?”

Report video:
https://www.youtube.com/watch?v=TVBui5lKbv4
https://www.youtube.com/watch?v=drcC6NZ5Amk

Daniele Sidonio 28/04/2016

Foto: Alessandro Bachiorri

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