"Il libro delle ombre": una fiaba romantica

Presentato al PlayFestival 1.0, "Il libro delle ombre" è ispirato al romanzo di Adalbert von Chamisso “Storia straordinaria di Peter Schlemihl” in cui è elaborato il tema popolare della perdita dell’ombra. Il protagonista della storia è un giovane aspirante scrittore che si lascia irretire dal miraggio di una ricchezza immediata, simboleggiata dalla borsa magica che un misterioso editore di nome Balthazaar gli offre in cambio della sua ombra. Si tratta della parabola esistenziale di un giovane sprovveduto e incauto che incontra, senza accorgersene, il diavolo in persona: una fiaba romantica che riprende l’idea del patto faustiano. 

Lo spunto narrativo iniziale deriva dalla considerazione che l’ombra è intimamente legata all’anima della persona e rappresenta la radice più profonda della nostra individualità, ciò che ognuno ha di unico e irripetibile. Muovendo da questo assunto, lo spettacolo tratta un tema fondamentale: l’importanza per i giovani di seguire i propri sogni senza cercare sconti e scorciatoie così come per gli artisti che non dovrebbero mai barattare le loro ispirazioni autentiche con i compromessi di un facile guadagno.

L’ombra del protagonista appare e scompare proiettata su un enorme libro da cui fuoriescono gli oggetti, i rumori e le figure che guidano lo spettatore lungo il corso della storia. Ricorrendo all’ombra come strategia visuale che manifesta la dialettica tra presenza e assenza, la messa in scena procede attraverso una successione di quadri e si avvale di una drammaturgia dell’immagine che integra il lavoro fisico degli attori con le ombre, intese non come semplice scenografia o sfondo didascalico ma come sostanza essenziale della narrazione. Lo spettacolo conduce il pubblico dentro una scatola magica ove la luce, interpretata da un delizioso personaggio-lampada, è protagonista, con la sua capacità suggestiva di creare figure fantastiche attraverso il mistero e l’impalpabilità dell’ombra.

(Gisella Rotiroti)