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Milano: denuncia alla XIV Edizione del Festival Internazionale del Teatro d’Autore con “Stupido risiko” e “Il Partigiano Franca”

Alla XIV Edizione del Festival Trame D’Autore è il turno di due spettacoli di denuncia e lasciatecelo dire, indubbiamente una delle giornate di un Festival interessante e ricco di riflessioni. Se l’intento di questa kermesse voleva essere quello di scuotere le coscienze, beh, forse l’obiettivo può dirsi raggiunto, specie con i testi “Stupido risiko” di Patrizia Pasqui e “Il Partigiano Franca” di Marina De Juli. Il primo testo, prodotto da Emergency, è la prosecuzione di un lavoro che la Pasqui ha iniziato già nel 2000. In questo testo, il teatro vuole farsi veicolo di pace.  Non ci sono effetti speciali se non l’immaginazione del pubblico. In scena solo una mappa geografica raffigurante l’emisfero e tutte le zone di guerre con le rispettive Nazioni coinvolte ed una voce, quella di un marine, un po’ particolare, un militare toscano, interpretato egregiamente ed energicamente dal bravo Mario Spallino che nel suo racconto sugli eventi bellici che hanno costellato i libri di storia, parte dalla Prima Guerra Mondiale per arrivare ai giorni nostri, attraverso episodi tutti storicamente documentati. Uno spettacolo dal forte carattere didattico capace di parlare agli adulti ed ai bambini. A nostro avviso, dovrebbe essere rappresentato in tutte le Scuole, perché non dimentichiamolo, il teatro, rispetto a tanti discorsi e belle parole, riesce attraverso l’aspetto emozionale a toccare maggiormente le corde della sensibilità comune. Emergency lavora da 20 anni e si contraddistingue per la sua concretezza. E’ uno spettacolo che tenta di emozionarci e riesce nell’intento. In primo piano il tema dell’uguaglianza. L’arruolarsi nell’esercito viene venduto ai soldati come una vacanza all’Hotel Mediterranee. Lo Stupido risiko del titolo è la trasposizione delle Alleanze tra i Paesi che entrano in guerra. L’Italia, come sempre, si contraddistingue, perché non prende mai una vera e propria posizione, facendo sentire la propria voce, e finisce, come già ai tempi della Grande Guerra, per schierarsi con Serbia, USA, Inghilterra e Giappone contro l’Austria. Una guerra costata 600 mila morti all’Italia. Gli USA divengono la potenza industriale più forte del mondo che da lì a qualche anno avrebbe dovuto fare i conti con la Depressione. La Russia sarà sconvolta da una guerra civile che porterà alla formazione dell’URSS, l’impero ottomano si dissolverà. Ma quello che è tremendamente allarmante, è che la partita di questo stupido risiko, è ancora accesa ad esattamente 100 anni di distanza. La vera domanda da porsi è: esiste una sola Nazione “civilizzata” che non sia capace di episodi come il genocidio? Come si fa, a chiamare una guerra, umanitaria? Non esiste una guerra giusta, perché la guerra dissemina morte, povertà, è ingiusta per definizione. Restiamo sempre in tema di denuncia nel bellissimo affresco sulla storia di Franca Rame, realizzato ed interpretato dalla magnifica Marina De Juli in “Il Partigiano Franca”: uno spettacolo di narrazione, musica e canzoni in cui si parla della Rame fin dalla sua tenera età. L’ultima di una famiglia di burattinai, la Rame cresce e si nutre di teatro, fin da piccola col carrozzone itinerante di famiglia. Bella, anzi bellissima, la Rame nasce a Bobbio, sulle colline piacentine, abbandona la famiglia per lanciarsi nella Milano del dopoguerra, una città distrutta, che cerca nella cultura il rinascimento. Ed è nei caffè di Brera che entra in contatto con i maggiori intellettuali , registi, giornalisti dell’epoca. Ed è in questi ambienti che incontrerà l’uomo di tutta una vita, Dario Fo, con il quale porterà avanti le sue battaglie di denuncia. La Rame, se ne frega letteralmente del potere, della censura. Prova è, l’allontanamento della coppia da Canzonissima e dalla RAI, un esilio durato a lungo. Franca se ne frega delle minacce, delle ritorsioni, tiene discorsi in pubblico, da Nord a Sud. Per farla tacere, un gruppo di fascisti, la sequestra e la stupra. Ma lei non si lascia intimorire nemmeno di fronte a questo attacco alla sua persona e instancabile continua per la sua strada con i suoi comizi e spettacoli di denuncia, mettendo in scena addirittura un testo sullo stupro subito. Uno spettacolo emozionante, che raccoglie indubbiamente il consenso del pubblico. La stessa De Juli, in alcuni passaggi, non può fare a meno di cedere alla commozione. Molti i momenti trascorsi con la Rame in dieci anni di collaborazione, e a teatro e a casa quando stava ai fornelli. Alla Rame piaceva parlare della sua vita passata, specie di alcuni episodi, amava ritagliare alcuni articoli di giornali. Una vera combattente, quella che esce da questo ritratto della De Juli. In sala anche un Dario Fo molto commosso. Il finale è un gran successo sulle note della Canzone de “Il partigiano” dove la platea si leva in coro, diventando parte interattiva dello spettacolo. Ultimo appuntamento di questo glorioso Festival, domenica 27 settembre con gli spettacoli “Ummonte” e “Teddrarite”.

 

(Adele Labbate)

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