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Geniale, incompreso, radicale, innovativo, unico. Van Gogh è sicuramente uno degli artisti più controversi e interessanti che abbia mai attraversato questo mondo e tanto è stato detto su di lui e sulla sua arte. Il documentario diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta, “Van Gogh. Tra il grano e il cielo”, offre uno sguardo nuovo e parte dal lascito della più grande collezionista delle sue opere, Helene Kröller-Müller, per raccontare l’unione spirituale di due anime affini, dominate entrambe dal tormento e dall’inquietudine. I due non si incontrarono mai in vita ma condivisero la stessa tensione verso l’infinito e la ricerca forsennata di una dimensione religiosa pura. L’occasione per ripercorrere l’intensa parabola artistica di Van Gogh è la mostra curata dallo storico dell’arte Marco Goldin e allestita alla Basilica Palladiana di Vicenza, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, in Olanda. La delicata voce di Valeria Bruni Tedeschi accompagna l’intero racconto attraverso le tante lettere scritte da entrambi nella loro vita. Ripresa all’interno della chiesa di Auvers-sur-Oise, la stessa dipinta da Van Gogh qualche settimana prima di suicidarsi, l’attrice ci porta per mano lungo i principali periodi dell’attività del pittore. Dagli anni olandesi, dominati dai colori scuri, terrosi, che richiamano le scene di vita contadina così magnificamente ritratte, si passa al periodo parigino dove Van Gogh sperimenta soluzioni mai provate da nessuno. Scopre Seurat, conosce Signac ed è subito l’esplosione del colore.

Gli accostamenti cromatici della pittura a piccoli tocchi degli Impressionisti e ancor di più dei Post-Impressionisti viene portata ai massimi livelli espressivi, segnando lo stile unico che lo ha reso indimenticabile. Ma è solo sotto il sole di Arles, in Provenza, che il pittore si perde nella luce e nell’estasi della pittura en plein air. Sarà il periodo più felice di Van Gogh, che di lì a poco manifesterà le prime crisi che lo porteranno prima al ricovero e poi al suicidio. Al viaggio dentro la mostra, che dà un grande rilievo anche al disegno nella pratica artistica del pittore, si affianca quello in alcuni dei luoghi più importanti per la sua arte, oltre a una serie di riprese del Kröller-Müller Museum. Sfortunato in vita, Van Gogh poteva facilmente essere dimenticato insieme alle sue opere se non fosse stato per Helene Kröller-Müller che con la sua collezione è riuscita a restituirgli l’affetto e il riconoscimento che non aveva avuto in vita. Van Gogh è per lei un esempio da seguire, qualcuno in cui riconoscersi. Una delle donne più ricche d’Olanda, Helene Kröller-Müller dopo un viaggio in Italia, tra Milano, Roma e Firenze decide di fondare un museo per condividere con gli altri la serenità e il conforto che trae dall’arte. Convinta che l’arte si gusti meglio solo lontano dal tumulto della città, lo pone immerso nel suggestivo bosco di una vasta riserva naturale e, oltre alle opere di Van Gogh che occupano il cuore del museo, all’interno si trovano capolavori di Picasso, Seurat, Signac mentre all’esterno un grande parco della scultura accoglie lavori di Rodin, Moore, Fontana e molti altri. Distribuito da Nexo Digital, “Van Gogh. Tra il grano e il cielo” (al cinema solo il 9-10-11 aprile) ci avvicina quindi alla tormentata vita del pittore che forse più di ogni altro ha influenzato l’arte del XX secolo e lo fa narrandoci l’intreccio indissolubile di arte e vita che ha condiviso con la sua più grande ammiratrice.

Giorgia Sdei 31/03/2018

 

Giorgia Sdei

30/03/2018

Caravaggio (1571-1610), al secolo Michelangelo Merisi, è ad oggi uno degli artisti più amati nel mondo, fortemente rivalutato in età moderna. La sua vita, come i suoi dipinti, è fatta di luci e ombre: è stato un pittore certamente prolifico, innovativo e dotato di indiscusso talento, ma anche un uomo tormentato, dalla vita spesso dissoluta, coinvolto in risse, guai con la legge, persino un omicidio. Genio e sregolatezza, insomma.

A lui gli stessi creatori di “Firenze e gli Uffizi” e “Raffaello, il Principe delle Arti” hanno dedicato “Caravaggio - L’anima e il sangue”, presentato nei cinema italiani lo scorso febbraio. Prodotto da Sky e Magnitudo Film, distribuito da Nexo Digital, si avvale della regia di Jesus Garces Lambert. Il film è stato uno strepitoso successo: al suo debutto, lunedì 19 febbraio, è stato il secondo film più visto della giornata, incassando 273.267 euro, per un totale di 29.834 presenze, preceduto solo dai risultati di “Cinquanta sfumature di rosso” e imponendosi nettamente su “Black Panther”, ultimo lavoro della Marvel. Nei tre giorni di programmazione ha portato al cinema 130 mila spettatori raccogliendo 1.200.000 euro al botteghino, diventando il documentario d’arte più visto al cinema in Italia. Per questo tornerà nelle sale cinematografiche, in replica nazionale contemporanea, il 27 e il 28 marzo.

Il film si snoda tra la figura di Caravaggio uomo e quella di Caravaggio artista, ripercorrendone dunque vita e opere, in un viaggio che tocca le città dove è vissuto e dove sono oggi custodite le sue opere: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta. A curare l’aspetto scientifico del progetto sono stati esperti e storici dell’arte, come il prof. Claudio Strinati, la prof.ssa Mina Gregori, la dott.ssa Rossella Vodret. Oltre 40 le opere che vengono da loro analizzate e approfondite, tra cui “Bacchino Malato”, “Vocazione di San Matteo”, “Giuditta e Oloferne”, “Scudo con la testa di Medusa” (scelto per il poster ufficiale del film). Le moderne tecnologie hanno permesso una resa visiva particolarmente realistica. L’intero film è girato in formato Cinemascope 2:40: ne consegue una visione più ‘allungata’ delle immagini, proprio simile ad una tela. Questa, inoltre, è una delle prime produzioni in Italia realizzate in 8K, formato che permette quasi di ‘entrare’ nelle pennellate e carpire ogni singolo dettaglio di linee, forme e colori, enfatizzandoli al massimo.Manuel Agnelli 1

La voce dell’io interiore di Caravaggio, che percorre tutto il film, è affidata a Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours. Si fa portavoce di stati d’animo e pensieri, che mettono in connessione la narrazione e lo spettatore in modo molto diretto, aggiungendo alla trama visiva e alle informazioni tecniche anche un coinvolgimento emotivo. La sceneggiatura non è tratta da diari o lettere, ma è stata elaborata da un team creativo guidato da Laura Allievi, aiutata da fonti storiche e biografiche, che le hanno permesso di approfondire ed immedesimarsi nell’animo di Caravaggio e di restituire il suo mondo interiore a parole.

Caravaggio – L’anima e il sangue” fa parte del progetto “La grande arte al cinema”. Il programma porta in sala docu-film dedicati ai grandi protagonisti del mondo dell’arte, ai musei, alle mostre. I prossimi appuntamenti saranno “Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo” dal 9 all’11 aprile e “Cézanne. Ritratti di una vita” nei giorni 8 e 9 maggio.

«Penso che non ci sia niente nelle tenebre e ci sia tutto nella luce. Scelgo la luce»

Giuseppina Dente 19/03/2018

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