Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 642

Sette giorni di cinema. Inizia il Lucca Film Festival

Ogni film di Oliver Stone è un assalto audace ai sensi. “Nati per uccidere” è il delirio collettivo di una nazione colta in un intimo dolore. “Platoon” è un atto di coraggio. La rinuncia al protagonismo, all’eroismo alla maniera di John Wayne. Il terrore negli occhi delle truppe appena atterrate quando il loro posto è occupato da sacchi pieni di cadaveri. Il regista si immerge direttamente nell’inferno, cattura la confusione morale e la crescente disperazione dei soldati americani con una capacità visionaria degna dei dipinti di Hieronymus Bosch. Il patriottismo si sgretola nella mente arrovellata di Edward Snowden. Terzo film di Stone che affronta gli eventi e le conseguenze di quello che fu l’undici settembre 2001, prima con “World Trade Center” del 2006 e poi l’avvincente e confuso ritratto di George W. Bush due anni più tardi. Dati, schermi del computer, sorveglianza sono gli elementi di una conversione politica che pur diversamente da “Nato il 4 luglio” ritrae sempre un giovane dall’alto senso della morale che si arruola a servizio del suo Paese e finisce allo stesso modo disilluso e disgustato dalla corruzione e gli eccessi del sistema. È lui l’ospite prestigioso del Lucca Film Festival quest’anno, dopo Cronenberg e Romero, a cui sarà dedicata una lunga retrospettiva che ripercorrerà interamente la sua carriera.
Lo spazio non sarà limitato al cinema americano, vista la presenza di altri due cineasti europei, Aki Kaurismaki e Olivier Assayas che presenteranno in anteprima i loro ultimi film. “The Other Side of Hope” è splendido, mordace e struggente allo stesso tempo. Un richiedente asilo siriano emerso da un mucchio di carbone nel porto industriale di Helsinki raggiunge la meta dopo una lunga fuga, saltando a bordo di un cargo. Il regista finlandese registra gli orrori del mondo reale senza mai diventare patetico ma esibendo la dolce euforia di cui è capace, ritraendo una comunità improbabile messa insieme dalle circostanze. Assayas invece insegna che indossare le maschere di qualcun altro è come andare sotto copertura, scivolare in un’altra pelle. "Personal Shopper" è la cronaca di una fusione, un film sfrontato quanto alcune pellicole di Josef von Sternberg con Marlene Dietrich. Dal 2 al 9 aprile Lucca ritrova l’anima, l’amore per il cinema e i grandi autori. Diventa uno spazio poetico, dove esprimere le aspirazioni, entrando a far parte della giuria studentesca, gli interrogativi e i ricordi nelle conversazioni pubbliche con i registi e il desiderio di vedere e esercitare il proprio sguardo.

Francesca Fazioli 16/03/2017

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM