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“Habitat Inagibile” al Kino: il racconto dell'Italia che si spezza

È un venerdì senza traffico tra le strade del Pigneto e proprio a due passi dal Bar Necci, dove nel '61 Pasolini girò “Accattone”, sorge la sede del cinema Kino. Nel 2010 un gruppo di ragazzi rilevò un locale a Berlino per aprire un cinema-bistrot che fosse un luogo di riferimento per cinefili e cineasti. A sette anni da quel giorno, il Kino è cresciuto, mutato, ha allargato i suoi confini nazionali per abbracciare una comunità culturale europea dove cinema, musica e gastronomia si incontrano in un ambiente di appassionati. Il 31 marzo il Kino ha ospitato un'intera serata dedicata agli effetti del terremoto sulla penisola e i suoi abitanti, adibendo i suoi ambienti alla proiezione di due documentari: “Habitat” (2014) di Emiliano Dante e “Inagibile” (2016) di Giulia Natalia Comito e Tommaso Cassinis.Habitat01

È la notte del 6 aprile del 2009 quando un cratere sismico si allarga sotto la città dell'Aquila, inghiotte il centro storico e si divora 300 vite. Emiliano Dante riprende la tragedia cinque anni dopo, seguendo il lento disfacimento delle vite di chi è rimasto nella città fantasma, tra perdite, quadri, gravidanze e depressioni. La fotografia grigia e austera di "Habitat" si mescola a interferenze grafiche, sgargianti simmetrie digitali sullo sfondo di palazzi devastati, mentre la voce fuori campo ricorda come “fare un film sull'Aquila è fare un film sul fallimento”. Nelle riprese degli spazi dell'assenza, dove prima c'era vita e ora solo macerie, si rintraccia il filo rosso che unisce le narrazioni dei personaggi del documentario: Dante collega il trauma della distruzione alla disgregazione della coppia, portando davanti alla camera quelle esistenze interrotte nel momento della scossa, amici e genitori che hanno smarrito le coordinate emotive per ricostruire la propria vita.

Inagibile02A Concordia sulla Secchia è crollato quasi tutto il centro storico in quel violento maggio del 2012, quando l'Italia s'è quasi spezzata sotto i colpi tellurici del terremoto. È il 2014 quando Giulia Comito e Tommaso Cassinis incontrano Bob Corn, punto di riferimento della musica indipendente italiana, durante un progetto musicale per la rivalutazione dei luoghi abbandonati di Roma (Upupa Pop). Tiziano Sgarbi, anche Tizio o Bob Corn, nasce in un paesino in provincia di Modena e racconta di come abbia scritto tutto le sue canzoni sul letto di casa, ora crollata. Non passa molto che le voci dei due registi si uniscano a quella del musicista nel tentativo di tenere assieme i calcinacci di un'Italia che si spezza, creando una narrazione scevra di sentimentalismi sulla vita dopo il terremoto. “Inagibile” racconta il dramma della distruzione alternando musica e narrazione, paesi in ginocchio e moduli abitativi pieni di vita. “Dopo il terremoto ho deciso di suonare solo nella nostra zona”, racconta Bob Corn, così i due cineasti romani seguono il menestrello emiliano attraverso tre esibizioni (San Martino Spino, villaggio MAP e Associazione Mani Tese) per creare musica e sovrastare quel rumore che il terremoto lascia dentro, “un suono che non proviene da fuori, ma da te, dai piedi, lo senti dentro”.

Lontano da quello sciacallaggio emotivo che ha spesso accompagnato la narrazione della tragedia dei terremoti negli ultimi anni, l'Italia vede finalmente realizzati due documentari equilibrati, capaci di aprire uno spiraglio sull'esistenza di chi è rimasto, di chi oggi con coraggio resiste al dolore nei luoghi dove presente e passato si fondono in un unico paesaggio.
Al termine della proiezione dei due documentari, Bob Corn è salito sul palco per un'esibizione dal vivo. I proventi della serta sono stati devoluti all'Associazione Chiedi alla Polvere.

Riccardo Bassetti 05/04/2017

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