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Alla ricerca della "Civiltà Z": l'occasione perduta del film di James Gray

Il regista James Gray e il suo cast, tra cui Charlie Hunnam (nella parte dell’esploratore britannico Percy Fawcett), Sienna Miller (nel ruolo della forte e paziente Nina, sua moglie), e Robert Pattinson (Henry Costin, giovane militare aiutante di Percy), hanno lavorato sei settimane nella Foresta Amazzonica per la realizzazione di “Civiltà Perduta”, di cui Brad Pitt è produttore esecutivo, dopo aver declinato l'interpretazione del protagonista. 
Tratto dal romanzo di David Grann, che riprende una storia vera, la pellicola propone in circa 140 minuti la vicenda di un militare inglese dell’inizio del XX secolo, sicuro di poter scoprire una fiorente antica civiltà amazzonica attraverso viaggi di esplorazione che seguono il mito dell’El Dorado: con “Civiltà Z”, indica l’ultimo tassello che resta all’Occidente per completare il puzzle di tutte le culture del mondo.
Una missione da cui è ossessionato, per cui abbandonerà moglie e tre figli, a più riprese, per anni nel corso della sua vita. Questa si interromperà, presumibilmente, nel 1925, quando di lui e del ventiduenne figlio Jack, che l’aveva seguito nell’ultima grande impresa, si perderanno tutte le tracce.Perduta02

Si parte quindi da un racconto estremamente ricco e declinabile secondo focus differenti e altrettanto salienti: una cieca fede verso l’intuizione di una scoperta senza precedenti; il limite tra “ragione” e “follia” nella rincorsa ai propri sogni; il coraggio che supera ogni forma di prudenza; il mettere in secondo piano gli affetti e il lato sentimentale della vita per realizzare le proprie ambizioni e quindi sé stessi; il bisogno di dimostrare al mondo che la diversità culturale non equivale a un giudizio di valore: non esistono culture più o meno avanzate poiché esse partono da storie e premesse del tutto diverse fra loro.
Dare un ordine a un contenuto così denso è un’impresa che vale il titolo di “coraggioso”, soprattutto al regista. Come un esploratore, si è dovuto addentrare in questioni rilevanti dal punto di vista umano, relazionale, culturale, storico e sociale, riunendo insieme tutti i tasselli in una sola pellicola.
Perduta03Lo spettatore troverà frammenti di ciascuno di questi punti, tenuti insieme da un’ambientazione storico-geografica precisa, curata fino al minimo dettaglio, che vanta la fotografia del francese Darius Khondji: a territori affascinanti e ostili, come l’Amazzonia, riesce a conferire una delicata patina onirica, su tinte scure, senza stravolgere la realtà.
Un film di questo genere potrebbe essere un colossal o potrebbe accumularsi, piuttosto inosservato, tra i titoli che ibridano l’avventura, al romanzo storico al fantasy, non apportando nulla di più rispetto a un cult come “Indiana Jones”.
Probabilmente, in questo caso, ci troviamo di fronte alla seconda alternativa: non solo perché Charlie Hunnam non ha lo stesso carisma di quell’Harrison Ford che è passato alla storia del cinema, ma anche perché la pellicola, proprio cercando di non tralasciare nessuno degli aspetti presi in esame, finisce per trattarli tutti in modo poco incisivo. Ci sono riferimenti alle prime battaglie per l’emancipazione femminile (la moglie Nina, una convincente Sienna Miller, si dimostra una donna paziente ma anche intelligente e con impeti di indipendenza); ci sono sequenze di avventura e di antropologia durante gli incontri tra Percy e le popolazioni autoctone del Sud America; c’è la parte legata all’ambizione personale e a una comunità scientifica che ha la tendenza ad essere conservatrice, assorbendo con difficoltà alcuni slanci autonomi e arditi dei propri cittadini.
Ci sono tutti questi spunti ma non esiste una linea generale che si assuma il coraggio di prenderne uno e dare una personalità definita alla pellicola.
Cosa ne rimane? Un esempio di cinema hollywoodiano tradizionale, un investimento produttivo notevole, delle scelte estetiche puntuali e perfette e una storia vera, tratta da un romanzo, che ha comunque la forza di solleticare le curiosità dello spettatore. Magari, a film concluso, ci si andrà a documentare meglio ma la pellicola, presumibilmente, non verrà ricordata a lungo.
Per i più curiosi, dal 22 giugno nelle sale italiane.

Agnese Comelli 18/06/2017

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