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Cieli e nuvole: in mostra le immagini di Maurizio Battello

Maurizio Battello nasce a Milano nel 1955, fotografo e giornalista free-lance, appassionato dall’età di 15 anni della pittura e della fotografia, preferisce scattare immagini naturalistiche, ma soprattutto cieli e nuvole.
In questi anni ha organizzato varie proiezioni di viaggi, mostre d’arte ed esposizioni fotografiche sia personali che collettive, alcune delle quali caratterizzate da allestimenti alternativi (treno, biblioteche, librerie, torre medievale e torre antenna, galleria d’arte, open air, negozi, parrucchiere, gelaterie, ristorante, trattoria e bar). Alcune sue fotografie sono state pubblicate su riviste di natura e di turismo, su libri d’arte e di storia locale. Da 35 anni scatta immagini di cieli e di nuvole riprese in tutto il mondo e in ogni condizione meteo (la ripresa che gli manca è quella dell’aurora boreale).
Con le sue immagini Battello registra gli avvenimenti naturali (albe, tramonti, effetti particolari) ed eventi artificiali (scie chimiche, scie aeree, comignoli, tralicci dell’alta tensione) che avvengono ogni giorno sopra le nostre teste per illustrare il sottile confine terra-cielo. Il suo sogno nel cassetto è quello di realizzare uno spettacolo in un planetario per invitare a una profonda riflessione sul rapporto responsabile uomo-natura, auspicando una sensibilità spirituale e una aspirazione di infinito ed eternità.
L’autore utilizza: Canon EOS 33, Minox GT, Nikon Coolpix 990 e S1, Kodak Elite, Epson Print.

Esposizioni
1986: Porta Rossa, Agrate Brianza
1993: Biblioteca Comunale, Agrate Brianza
1994: Comune e Non solo arte, Vignate
1995: Centro Sociale Garibaldi, Milano; Koinè e Palomar, Lissone
1999: Parrucchiere Testa, Mezzago
2001: Comune di Cavenago di Brianza (collettiva)
2002: Voiture Café, Seggiano di Pioltello; Gelateria Galimberti, Casatenovo; Castello di Vezio, Perledo di Varenna; Frigerio Arredamenti, Cavenago di Brianza; Sistema Bibliotecario del Vimercatese
2003: Osteria Cassina, Frà Martino di Merate; Comune e Biblioteca di Basiano
2005: Centro dell’Incisione Naviglio Grande (personale antologica), Milano; Iseo Immagine e Azienda di Promozione Turistica, Iseo; Zen Restaurant, Milano; Oratorio Sacro Cuore di Gesù, Lissone; Mai Uguali Bar Lounge, Roncello; Galleria La Valletta (open air), Cavenago di Brianza
2006: Libreria Internazionale Hoepli, Milano; Torre Branca (Notte Bianca), Milano; Parco del Rio Vallone, Le Foppe, Cavenago di Brianza; Casa del custode delle acque, Vaprio d’Adda; Libreria del Castello, Milano

Pubblicazioni
1992: Consuma Giusto (manifesto strillo), Milano
1999: Essere & Benessere, Milano
2000: Pulcinoelefante (torchio d’arte), Osnago
2001: Catalogo Cieli e Nuvole (collettiva di fotografia e pittura), Comune di Cavenago di Brianza
2002: Gazzetta della Martesana, Cernusco sul Naviglio
2003: Focus (cieli strani), Milano; Avvenire (intervista di Roberto Beretta), Milano
2005: Brianze (cieli manzoniani), Briosco; Bresciapiù, Brescia; Il Cittadino, Monza
2006: Ansa, Milano, Metro, Milano; Il Giorno, Milano
Nascere con gli occhi rivolti verso il cielo non è solo un modo di dire o una parafrasi per spiegare una naturale propensione verso l’infinito e le verità escatologiche.
Per Maurizio Battello significa da sempre sperimentare, al di là della fugace occhiata quotidiana, la bellezza straordinaria che si cela nella natura, in cirri che si rincorrono, nelle luci dell’alba o in quelle del tramonto, in cieli che parlano non solo la lingua dell’aria ma quella dei popoli, delle regioni della Terra anche molto lontane o di quelle nostalgiche della memoria. Con la fotografia è possibile per l’autore cogliere un attimo, un sentimento, un momento che nell’ordine naturale delle cose è destinato inevitabilmente a scomparire e a non ripetersi.
L’obiettivo di Battello non ci restituisce un semplice reportage: nei suoi scatti sembra ritrovarsi un mondo ancora libero, pulito, grande come immenso e senza limiti è il cielo. Nelle sue fotografie - per chi lo conosce - si ritrova il suo modo di vivere, la sua spontaneità, l‘ingenuità, la sua carica emotiva che è in grado di scorgere, in semplici ritagli di infinito qualcosa di più di una esperienza sensibile: attimi di eternità.
Nel testo di una canzone di Renato Zero si legge che il cielo non è solo una macchia scura in cui perdersi ma qualcosa di più, un universo che può diventare il soffitto dei nostri desideri o la fuga dalle nostre solitudini. Attraverso queste immagini possiamo sperimentare l’aria fresca di un grande mistero: quello che vive dietro ogni cosa, quello che di ogni cosa, di ogni elemento naturale, è il profondo significato, percepibile solo a chi sa sperimentare la grandezza con semplicità d’animo e con passione d’istinto.

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